Politica

La Lega pronta a ritirare la pdl sui decreti sicurezza

Cala la tensione Meloni-Salvini ma restano malumori e il nodo della Marina

Matteo Salvini con Giorgia Meloni

Redazione Ansa

La Lega è pronta a ritirare la sua proposta di legge in Commissione Affari Costituzionali della Camera sulla stretta dei permessi. E' il primo risultato politico tangibile del disgelo tra la premier Giorgia Meloni e il ministro Matteo Salvini che ha portato all'intesa al consiglio dei ministri di Cutro. I malumori tuttavia restano. Lo scontro durissimo sul testo del decrero varato dal governo ha lasciato qualche scoria. Basti pensare al nodo, ancora non del tutto sciolto, sul ruolo della Marina Militare nei soccorsi. Ad ogni modo, è noto che da giorni l'obiettivo della Lega fosse quello di inserire nel dl alcuni contenuti dei cosiddetti decreti sicurezza, varati proprio da Salvini quando era titolare del Viminale.

E alla fine, malgrado le perplessità di Fratelli d'Italia, questa missione sembra essere sostanzialmente compiuta. Anche a palazzo Chigi, tutto sommato, malgrado il clima acceso a Cutro, si ragiona sul bicchiere mezzo pieno: ovvero il fatto di aver ripreso in mano il dossier migranti e poter rilanciare le proprie richieste in vista dei prossimi confronti in Europa. Così, alla fine, sembra essere il giorno della tregua, della distensione. E tocca al deputato leghista Igor Iezzi, molto vicino al segretario federale, dare voce alla soddisfazione di Via Bellerio: "Siamo contentissimi, è quello che volevamo che si discutesse di questo tema", osserva commentando il decreto anche alla luce della sua proposta in commissione. "Noi - osserva - facciamo il nostro lavoro di parlamentari, se il governo dopo l'incardinamento lo ha fatto proprio sono felicissimo. Insistere serve". "Non ho ancora visto il dl ma nel comunicato si fa riferimento a una stretta sulla protezione speciale, era quello che volevamo". Dunque se necessario ritirerà la sua proposta? "Si".

Una tregua benedetta già ieri da Silvio Berlusconi. "Il decreto predisposto dal governo di centrodestra - il commento del Cavaliere - va nella giusta direzione. Non potrà forse essere risolutivo, ma dimostra, ancora una volta, che un grande Paese democratico come il nostro deve ritrovare la capacità di organizzarsi per fermare la ormai continuativa tratta di esseri umani". Posizione confermata anche oggi da partito azzurro che ricorda come anche ai tempi del Conte 1, malgrado fosse all'opposizione dell'alleanza giallo-verde, votò a favore dei cosiddetti "decreti Salvini". Tuttavia, a proposito di scorie, resta qualche malumore sul ruolo della Marina militare nelle operazioni di salvataggio. Nelle prime bozze del decreto c'era una norma che puntava a rafforzare la sorveglianza marittima, con un ruolo di primo piano proprio della marina. Discussa dal pre-consiglio, poi questa misura è stata cassata dal Consiglio, come ha riferito la stessa premier, per almeno due ragioni: "primo - ha detto Meloni - perché il nostro sistema funziona e, poi, perché c'é un precedente non proprio fortunato che è quello di Mare Nostrum...".

Ma questo nodo è tornato al pettine, facendo immaginare che tra Salvini e Crosetto non tutto sia stato chiarito, anzi sembra restare il braccio di ferro. Il ministero della Difesa ha infatti diffuso una nota per dire che "la Guardia Costiera in difficoltà nell'area Sar italiana, a sud ovest della Sicilia orientale e a sud ovest del Mar Ionio, durante interventi di propria competenza, ha chiesto supporto alla Marina Militare. È stato disposto - prosegue la nota - l'immediato intervento di Nave Sirio, già presente nell'area per le proprie attivita operative, ad integrazione dei mezzi della Guardia Costiera attualmente impegnati sulla scena luogo dell'azione. La nave militare sta procedendo alla massima velocità consentita per fornire l'assistenza richiesta". A questo punto aumenta l'attesa per la versione definitiva del decreto approvato a Cutro che sarà poi sottopostra all'attenzione del capo dello Stato.

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