Politica

Karima nel suo libro: "Non sono una prostituta"

"Ballai ad Arcore con un vestito dono di Gheddafi. La prima sera ero fuori luogo"

Karima El Mahroug

Redazione Ansa

"Non sono una prostituta". L'affermazione, perentoria, arriva poche righe dopo l'inizio del libro 'Karima' che sarà presentato il 16 febbraio a Milano da Karima El Mahroug, conosciuta come Ruby, scritto con la giornalista Raffaella Cosentino.

Un'affermazione spiegata meglio poco dopo: "Ho fatto la ragazza immagine, la cubista (...) ho frequentato la casa del presidente Berlusconi, ho dormito molte notti su una panchina, sono scappata da 18 comunità. Ho camminato pericolosamente sull'orlo di un burrone, avrei potuto cadere e non sono caduta. Avrei potuto fare la prostituta, ma non l'ho fatto".

Una posizione che viene ribadita più volte nel libro, anche nella seconda parte, quando l'ex Ruby fa riferimento alle vicende processuali che si sono concluse con l'assoluzione di Silvio Berlusconi e di tutti gli altri imputati: "Ero ufficialmente parte lesa, ma di fatto un giudizio su di me era stato già emesso: una prostituta minorenne (...) La prostituzione era data per scontata, un dato di fatto".

Karima ricorda anche come andò la prima cena ad Arcore: "Il Presidente mi offrì il posto accanto a lui e gli occhi addosso delle altre ragazze un po' mi mettevano in imbarazzo. Iniziò la cena e mi fu chiesto di presentarmi: avevo la risposta già collaudata - racconta -: 'Mi chiamo Ruby Hayek, sono metà egiziana e metà brasiliana, ho ventiquattro anni. Mia madre è una cantante molto famosa in Egitto'". La cena viene descritta come intervallata da barzellette, canzoni cantate dal padrone di casa, vociare. "Io continuavo a sentirmi fuori luogo. Al momento del dolce, mi rivolsi al Presidente: 'Scusa, ti posso parlare un momento?' - prosegue -. Il gelo intorno. Fu molto educato e cortese, ci alzammo. 'Io non sapevo che si trattasse di una cena, pensavo di andare a ballare in discoteca e, noi ci cambiamo lì di solito: non mi sento vestita elegante. Non so di che parlare, mi sento un po' a disagio e poi è San Valentino e vorrei fare una sorpresa al mio fidanzato'. 'Che lavoro fa il tuo fidanzato?' 'Ha un'agenzia di ragazze immagini'. 'E tu sei innamorata'? 'Sì'. 'Va bene vai pure, ci vedremo una prossima volta'".

Ci saranno quindi altre cene e altre feste: "Io mi sono esibita ballando la danza del ventre più di una volta, indossando un vestito regalato al Presidente da Gheddafi. Ballare con un vestito così prezioso mi inorgogliva, mi faceva sentire importante". La prima parte del libro è invece dedicata alla sua infanzia trascorsa inizialmente a Fquih Ben Salah, paesino del Marocco in cui è nata il primo novembre del '92. Poi il trasferimento a Béni Mellal e infine l'approdo in Italia, dove il padre si era trasferito negli anni '70 per lavorare in una fabbrica del nord. La famiglia si ricongiunge in Calabria, a Badolato Superiore, il 14 marzo 2001.

Karima è felice perché finalmente può vivere con il padre, che però si trasforma in un uomo sempre più violento: "Le botte - si legge nel libro - erano la soluzione per ogni cosa". Particolarmente doloroso uno degli episodi raccontati da Karima: "Mi prese tirandomi per i capelli e infilò la mia testa nel water, affondando il mio viso sui miei bisogni e tirando poi lo sciacquone. L'umiliazione fu profonda". Il libro sarà presentato all'Hotel Diana, in viale Piave, alle 11.30.

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