Politica

Zaki: oggi la settima udienza del suo processo a Mansura

Verso rinvio di un paio di mesi per 'decisione politica'

Processo a Patrick Zaki

Redazione Ansa

Si tiene stamattina a Mansura, sul delta del Nilo, la settima udienza del processo a carico di Patrick Zaki in cui lo studente dell'Università di Bologna, dopo i 22 mesi passati in custodia cautelare fino al dicembre scorso. rischia altri cinque anni di carcere per diffusione di notizie false. Le previsioni della vigilia indicavano un lungo aggiornamento: di "due o tre mesi", secondo una fonte giudiziaria la quale ha sostenuto che il rinvio servirebbe a dar tempo di maturare "una decisione politica che congeli completamente il processo e conceda a Patrick la sua totale libertà".

La sua avvocata principale, Hoda Nasrallah, non ha voluto rilasciare dichiarazioni e lo stesso Patrick di recente ha detto di non attendersi "nulla" dall'udienza odierna anche se in teoria il giudice monocratico di Mansura potrebbe assolverlo, annullare la scarcerazione o rinviare a "chissà quando".

L'appuntamento è come sempre davanti all'ala nuova del vecchio Palazzo di Giustizia di Mansura, la città natale di Patrick dove opera una locale Corte della Sicurezza dello Stato per i reati minori (o d'emergenza). Il tribunale lo sta processando dal 14 settembre dell'anno scorso per un articolo su controverse discriminazioni della minoranza cristiana in Egitto, dichiaratamente perseguitata dall'Isis. Anche per stamane è prevedibile la presenza a Mansura di una delegazione di diplomatici stranieri che, su impulso dell'Italia, seguono tutte le udienze nell'ambito di un programma di monitoraggio europeo di processi di rilievo per il rispetto dei diritti umani. L'udienza di Patrick, come già avvenuto nelle sei occasioni precedenti, dovrebbe essere inserita in una sessione di diversi processi: circostanza che non permette di prevedere con esattezza a che ora inizia e termina. 

"Oggi Patrick Zaki dovrà affrontare l'ennesima udienza del suo processo. Speriamo possa ritornare definitivamente libero": lo scrive su Twitter Amnesty International Italia che rivolgendosi allo studente egiziano conclude: "vogliamo rivederti presto a Bologna!"
   

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