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Meloni: "Non rinnoverei l'adesione alla via della seta cinese"

La leader di Fdi: "Fu un errore. Taiwan fondamentale, inaccettabili minacce Pechino". Malcontento dell'ambasciata cinese

Giorgia Meloni

Redazione Ansa

L'abbraccio dell'Italia alla Belt and Road, la nuova Via della Seta della Cina, è stato un "grosso errore": lo dice la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, in un'intervista scritta alla Cna, l'agenzia di Taiwan, aggiungendo, sulla conferma al 2024 dell'adesione: "se mi trovassi a dover firmare il rinnovo di quel memorandum domani mattina, difficilmente vedrei le condizioni politiche".

Meloni precisa che con un governo di centrodestra "è certo che Taiwan sarà una questione fondamentale per l'Italia", definendo "inaccettabile" le minacce della Cina. "Ho seguito da vicino con disagio" ciò che sta accadendo intorno a Taiwan.

Meloni cita molti eventi accaduti dalla firma del protocollo d'intesa del 2019 di adesione alla Belt and Road, tra cui la repressione cinese degli attivisti di Hong Kong, la discriminazione contro gli uiguri e altre minoranze, la posizione ambigua sull'invasione russa dell'Ucraina e le ripetute dimostrazioni di forza contro Taiwan, a sostegno della sua posizione contro il rinnovo. "Spero che il tempo serva a Pechino per ammorbidire i suoi toni e fare qualcosa di concreto verso il rispetto della democrazia, dei diritti umani e della legalità internazionale", sottolinea, criticando le tensioni nello Stretto di Taiwan.

"Si tratta di un comportamento inaccettabile, che condanniamo con fermezza insieme a tutte le democrazie del mondo libero", osserva sul punto. L'Unione europea deve "dispiegare tutte le armi politiche e diplomatiche a sua disposizione" e "fare più pressione possibile" per impedire alla Cina di provocare qualsiasi conflitto militare nello Stretto, sottolinea la leader di Fratelli d'Italia, valutando Taiwan un partner commerciale strategico per l'Italia e l'Europa: "Non dimentichiamo che l'Ue è anche un mercato di sbocco chiave per la Cina, che rischia di essere chiuso qualora decidesse di aggredire Taipei". Se sarà premier, Meloni promette di lavorare per garantire che il 'Global gateway' dell'Ue - che punta a spingere gli investimenti per lo sviluppo delle infrastrutture in tutto il mondo dal 2021 al 2027 - aiuti i Paesi che non vedono alternative a Pechino. Inoltre, il contrasto dell'influenza dei leader autoritari di Russia e Cina nei Balcani occidentali e in alcune parti dell'Africa, dell'Indo-Pacifico e dell'America Latina sarebbe una priorità del suo governo.

"La sovranità è difesa militarmente, così come nell'area della sicurezza informatica e in termini di libertà di informazione contro i tentativi di ingerenza russi e cinesi", aggiunge Meloni, sollecitando un maggiore sostegno all'Ucraina. "Dobbiamo fare uno sforzo politico e culturale per spiegare a tutti che l'aggressione contro l'Ucraina è solo l'inizio di un tentativo di creare un nuovo ordine mondiale contro l'Occidente. E se l'Ucraina perde, le conseguenze saranno molto gravi per tutti noi", conclude.

Amb. Cina a Meloni, forte malcontento per parole su Taiwan. "Di recente, la parte cinese ha notato alcune osservazioni negative che sfruttano la questione di Taiwan per stimolare un approccio ostile nei confronti della Cina. Di ciò manifestiamo il nostro forte malcontento e la ferma opposizione". Così il portavoce dell'ambasciata cinese in Italia replica alle affermazioni rilasciate dalla leader Fdi Giorgia Meloni su Taiwan in un'intervista alla Cna, l'agenzia di Taiwan. "Taiwan è una parte inalienabile della Cina. La questione di Taiwan riguarda la sovranità e l'integrità territoriale cinese", aggiunge l'ambasciata.

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