Politica

Tensione Fi-Lega: Berlusconi convoca i suoi ad Arcore

"Solo nostri i sacrifici". Ma Salvini va avanti con sue battaglie

Foto di archivio

Redazione Ansa

Forza Italia alza la voce, tuona contro la "schizofrenia politica" dei 5 Stelle per il mancato voto sul decreto Aiuti alla Camera, ma anche contro chiunque sia tentato di uscire dal governo. E pretende "una profonda verifica di maggioranza". A parte l'opposizione di Fratelli d'Italia, inevitabile pensare ai distinguo della Lega che anche oggi rivendica il no alla legge sulla liberalizzazione della cannabis e sullo ius scholae, entrambe attese in Aula venerdì. Da qui la protesta escogitata dal partito di Matteo Salvini che nel pomeriggio rallenta i lavori a Montecitorio con una raffica di interventi a titolo personale sul disegno di legge sugli istituti di istruzione tecnologica superior.

Solo un trucco per far slittare il più possibile il voto sui due provvedimenti più divisivi per la maggioranza. Cronaca di una tensione sotterranea ma profonda dentro il centrodestra. Tanto che in serata, dopo il confronto tra Mario Draghi e il presidente Mattarella al Quirinale, Silvio Berlusconi convoca un vertice d'urgenza ad Arcore con il suo vice Antonio Tajani e i capigruppo Annamaria Bernini e Paolo Barelli. In mattinata, c'era stata una riunione più ristretta, con la squadra di governo, segno già della stanchezza del partito di fronte ai tanti tira e molla nella maggioranza.

Così a meno di un anno dalle elezioni politiche, Forza Italia sembra rimettersi al centro dell'arena del centrodestra. Il partito azzurro non solo esiste - è il senso del ragionamento - ma resta "responsabile" e fedele al governo Draghi fino all'ultimo. E forse è l'unico fra gli alleati capace di stare lontano da levate di scudi e battaglie da ultimatum. Chi altro c'è altrettanto serio? Berlusconi lo chiede e pretende chiarezza. Da tutti. E in una nota scritta 'rafforzata' da un video girato nel suo studio, vuole sapere "quali forze politiche intendano sostenere il governo". Ma avverte: "non a fasi alterne e per tornaconti elettorali, ma per fare le riforme e tutelare gli interessi degli italiani". Insomma, non si resta nel governo per tirare a campare ma nemmeno con il cerino in mano. Sono tutti avvisati, è il ragionamento. La richiesta è a Mario Draghi, per "sottrarsi a questa logica politicamente ricattatoria e di prendere atto della situazione che si è creata". Ma l'eco del messaggio va oltre. Poco dopo la Lega si associa ma rilancia sulle due battaglie più prossime: voterà contro a entrambe e lo rivendica apertamente il deputato Massimo Bitonci. Lo stesso che annuncia l'ok al decreto Aiuti.

Rimarca insomma la differenza, rispetto ai 5 Stelle e rispetto al governo, visto che i provvedimenti su cittadinanza e droga sono iniziative parlamentari, non dell'esecutivo. Mentre Salvini è a Ischia con la fidanzata, in via Bellerio nessuno paventa uno strappo dal governo, escludendo quindi che le 'sirene' di FdI possano aver effetto. Di sicuro FdI confida nel ritorno alle urne. Saracastico Francesco Lollobrigida, capogruppo del partito alla Camera che così replica: "Una verifica dell'attuale maggioranza di governo l'abbiamo sotto gli occhi. Non c'è bisogno di chiederla. Non c'è un provvedimento di governo su cui le varie forze che lo sostengono, siano d'accordo".

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