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Qui Washington, Contractor Usa ucciso in Ucraina

Pentagono: 'Putin non deve essere invitato al G20'

Joe Biden

Redazione Ansa

Un americano che combatteva a fianco delle forze militari ucraine, Willy Joseph Cancel, è stato ucciso lunedì scorso in Ucraina. Si tratta del primo contractor americano morto dall'inizio della guerra, il secondo cittadino Usa rimasto ucciso dopo James Whitney Hill, che viveva e lavorava in Ucraina da 25 anni.

Il 22enne, che lascia una moglie e una figlia di soli 7 mesi, lavorava per una società militare privata e dopo che la Russia ha lanciato l'invasione ha accettato di andare in Ucraina: "Credeva in ciò per cui gli ucraini combattono e voleva esserne parte, facendo in modo che la guerra restasse lì e non si allargasse", ha detto la madre Rebecca Cabrera.

Il Dipartimento di Stato e il Pentagono continuano a ribadire ai cittadini americani di non andare a combattere in Ucraina. "È una zona di guerra. Se volete sostenere gli ucraini ci sono altri modi", è il monito del portavoce del dipartimento della Difesa, John Kirby.

Il Pentagono ha anche commentato l'iniziativa dell'Indonesia, presidente di turno del G20, di invitare il presidente russo Vladimir Putin e il leader ucraino Volodymyr Zelensky a partecipare al vertice che si terrà a Bali in novembre.

"Putin non dovrebbe essere invitato al G20", ha detto Kirby sottolineando che il leader del Cremlino "ha isolato la Russia, deve pagare per le conseguenze di quello che ha fatto e sta facendo" all'Ucraina.

Intanto, secondo il Washington Post l'intelligence Usa ha concluso che ci sono gli 007 russi dietro l'attacco dell'inizio di aprile contro il premio Nobel per la pace Dmitri Muratov, l'editore del quotidiano russo indipendente Novaya Gazeta che ha criticato la guerra del Cremlino in Ucraina. Il 7 aprile Muratov stava viaggiando in treno da Mosca a Samara quando un assalitore lo ha attaccato con un misto di pittura rossa e acetone che ha causato una bruciatura chimica sui suoi occhi. L'aggressore ha gridato "Muratov, eccone uno per i nostri ragazzi", un riferimento ai soldati russi che combattono in Ucraina. 
   

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