Politica

Ucraina: Draghi a Palmanova, alleanza istituzioni per accoglienza

Il premier visita un centro di accoglienza, accompagnato dal capo della Protezione civile Fabrizio Curcio

Redazione Ansa

Gli uomini della Protezione civile sono schierati in divisa davanti la sede regionale di Palmanova (Udine). Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, passa loro accanto e li saluta. Poi si allontana e si volta: li saluta di nuovo con la mano, a lungo, quasi ad abbracciarli tutti. L'occasione è la visita alla sede regionale della Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, hub in cui sono stoccati e da cui partono aiuti per le popolazioni ucraine raccolti dalle diverse regioni. Verso le 15 quattro nuovi camion sono già alla volta della Romania con farmaci e dispositivi sanitari per un valore di circa 400 mila euro. Il convoglio è scortato dai mezzi della Protezione civile.

"Il modo in cui abbiamo reagito a tutte le emergenze degli ultimi due anni è stato quello di integrare le decisioni del governo con quelle delle Regioni e dei Comuni. Questa alleanza istituzionale è un patrimonio che dobbiamo tenere" anche "nell'accoglienza dei 60mila" cittadini ucraini "ad oggi, e chissà quanti dopo. Sarà fondamentale", afferma Draghi, parlando con i cronisti dopo la partenza del convoglio. C'è spazio anche per una domanda sul gas. "Vedremo, vedremo", risponde a chi lo interpella sulle nuove sanzioni che l'Europa starebbe decidendo contro la Russia e sulla risposta di Mosca secondo cui sarebbe impossibile che l'Ue nel breve riesca a sopravvivere senza il gas russo. Per quanto riguarda l'ultima parte della domanda (quella sul gas), il premier con il suo "vedremo , vedremo" non è entrato nel merito, si spiega in ambienti di governo, a scanso di qualsiasi possibile fraintendimento sul senso della sua risposta.

All'esterno della sede ci sono due proteste, organizzate da manifestanti dell'universo pacifista e della galassia no Green pass. Si sentono cori e qualche fischio. All'interno invece applausi.

Draghi partecipa a incontri istituzionali e a una riunione operativa di coordinamento, assieme, tra gli altri, al capo del Dipartimento della Protezione civile nazionale Fabrizio Curcio, al presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, al vicepresidente dell'Anci Matteo Biffoni, al presidente della Provincia Autonoma di Trento e coordinatore per la Protezione civile nella Conferenza delle Regioni Maurizio Fugatti. Il premier si collega in videochiamata con il campo allestito dalla Protezione civile regionale in Slovacchia, a Michalovce, a una trentina di chilometri dal confine con l'Ucraina.

Il focus si sposta poi sull'accoglienza: "La decisione fondamentale che il governo ha preso - insiste Draghi - è di ascoltare gli italiani, la disponibilità, l'entusiasmo, l'accoglienza, la loro bontà. Il sostegno all'accoglienza non mancherà". Da parte dell'Ue ci sarà "un programma finanziato", assicura. Inoltre "ci sono programmi speciali per i minori, per le donne". E sugli aiuti, aggiunge: "Oggi non è previsto" un sostegno diretto alle famiglie che ospitano profughi: "passa tutto attraverso un'organizzazione centrale. In ogni caso quello che è cruciale è che questi aiuti, che vengano dati direttamente o passino attraverso una procedura, vengano erogati subito, perché il bisogno è ora non fra settimane. Questo è molto importante".

Gli arrivi infatti tendono ad aumentare. A oggi, conclude Fedriga - che sottolinea la "svolta" impressa da Draghi al rapporto Stato-Regioni - "non abbiamo chiarezza sui numeri "da qui in prospettiva, perché è molto dinamica la situazione.L'Unione Europea parla di più di 4 milioni di persone fuggite dall'Ucraina: principalmente vanno nei paesi limitrofi, ma ci aspettiamo un aumento". 

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