Politica

Superbonus: Salvini a Giorgetti, non basta ma è fondamentale

'Al lavoro per rinnovarlo aumentando possibilità cessione credito'

(archivio)

Redazione Ansa

Sono gli sconti per l'edilizia a fare traballare le larghissime intese: a scatenare le polemiche erano state a dire il vero le parole dello stesso premier e del ministro dell'Economia, Daniele Franco sulle "truffe più grandi della storia" che si nascondono dietro a incentivi pensati per dare una spinta all'economia. Ma quelle parole hanno fatto riemergere dubbi da parte degli altri partiti che "si sono subito accodati" a Draghi, dicono dalle file pentastellate, pur avendo sostenuto finora la misura di bandiera del Movimento, da ultimo anche con la battaglia in manovra per levare il tetto Isee per le villette.

"Il superbonus è uno strumento assolutamente efficace, stiamo lavorando per rinnovarlo aumentando la possibilità della cessione del credito, perché bloccare la cessione del credito significa bloccare l'edilizia che è l'unico settore che sta correndo in questo momento". Così il segretario della Lega, Matteo Salvini in diretta su Radio Rtl 102.5. Alla domanda se è d'accordo con il ministro leghista Giancarlo Giorgetti e se i rapporti tra loro si sono ricuciti, Salvini ha risposto: "No, Giorgetti dice che non basta il superbonus. Ovvio che non basta, però è fondamentale andare avanti sulla via del superbonus per aiutare gli italiani e un settore come l'edilizia". 

"Il Governo Draghi ha compiuto un anno. Prima o poi, anche i critici riconosceranno che la svolta Conte-Draghi ha salvato il Paese. E dire che a noi è costato tantissimo in termini umani prima ancora che politici: chi va contro la corrente deve essere particolarmente forte e motivato. Se vi fossero tra noi, ancora, inconsolabili nostalgici del Governo Conte vorrei mostrare loro i dati sulle frodi che sono state permesse da leggi scritte malissimo come quelle del Governo Conte (110% ma anche bonus facciate). Secondo l'Agenzia delle Entrate, aver scritto male le norme ha prodotto frodi per oltre 4 miliardi di euro. Avete letto bene: oltre 4 miliardi di euro. Una cifra enorme". Così il leader Iv Matteo Renzi nell'enews. "L'onestà in politica non sta soltanto nella fedina penale pulita ma - afferma Renzi - anche nella capacità di scrivere leggi giuste. Per un politico la prima forma di onestà è la competenza. Il Governo Conte non è stato il governo della competenza, purtroppo: averlo mandato a casa resterà per sempre un grande merito di Italia Viva e di chi ci ha creduto, contro corrente e contro tutti".

"Leggi scritte e approvate dal Governo di cui ⁦@matteorenzi⁩ e Italia Viva facevano parte. Stesso inaccettabile atteggiamento dei 5S sul Tap. Io non c'ero e se c'ero dormivo non funziona e non fa bene alla credibilità della politica", scrive su Twitter il leader di Azione, Carlo Calenda, commentando la e-news di Renzi sul superbonus.

La nuova e più restrittiva norma del superbonus in materia di detrazioni fiscale e cessione dei crediti che escludono la facoltà per il soggetto che ha già acquistato il credito di cederlo ulteriormente, "genera molteplici criticità innanzitutto per il settore edilizio e quindi per l'economia dell'Italia e, a valle, anche per le banche che sono tra i maggiori acquirenti dei crediti in questione". E' quanto ha detto il direttore generale dell'Abi Giovanni Sabatini in un'audizione in Senato sul dl sostegni. "Pur comprendendo le finalità di prevenzione delle frodi, le previsioni recate dall'articolo 28 citato hanno determinato una interruzione del positivo effetto registrato negli ultimi due anni e hanno generato incertezza per i contratti di cessione già stipulati: nonostante la previsione di un periodo transitorio (per i crediti oggetto di opzione esercitata entro il 6 febbraio, termine poi prorogato al 16 febbraio dal Provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle entrate del 4 febbraio scorso), la norma - ha messo in guardia Sabatini - rischia di mettere in discussione le operazioni già poste in essere e di modificare rapporti e impegni contrattuali già assunti". Il responsabile dell'Abi ha ricordato infatti che il meccanismo della cessione del credito fiscale (unitamente allo sconto in fattura), infatti, "ha costituito fin dalla sua introduzione un volano per favorire la crescita degli investimenti volti a migliorare l'efficienza energetica e di contenimento dei rischi sismici e idrogeologici connessi agli immobili e, per questa via, ha sicuramente contribuito in misura significativa al recupero del Pil". Questo meccanismo inoltre "sostiene la ripresa dell'economia - a fronte dell'attuale periodo emergenziale - consentendo di monetizzare sin da subito il beneficio fiscale altrimenti utilizzabile in un prolungato arco temporale e garantendo, dunque, maggiore liquidità immediata a famiglie e imprese" ha concluso Sabatini. Nella gestione del Superbonus, "in caso di frodi dovrà rispondere esclusivamente il cedente originario, beneficiario della detrazione o impresa che ha operato lo sconto in fattura, assieme agli eventuali soggetti che abbiano concorso alla realizzazione dell'operazione fraudolenta. Nessuna conseguenza deve pertanto ricadere sull'acquirente in buona fede", sottolinea il direttore generale dell'Abi Giovanni Sabatini. Il responsabile dell'Associazione bancaria ricorda che "in ordine ai profili di responsabilità solidale e di concorso nella violazione dei cessionari del credito d'imposta relativo al Superbonus, l'art. 121, comma 4, del Decreto Rilancio, prevede che questi ultimi rispondano solo per l'eventuale utilizzo in modo irregolare o in misura maggiore rispetto al credito d'imposta acquisito. In presenza di concorso nella violazione, invece, i cessionari sono responsabili in solido per il pagamento dell'importo corrispondente alla detrazione non spettante e dei relativi interessi". Secondo Sabatini, "occorre che siano chiariti in modo univoco le casistiche in cui trova applicazione il concorso di colpa con riferimento al Superbonus affinché la possibilità di utilizzare - correttamente - in compensazione i crediti d'imposta acquistati in buona fede non sia messa in discussione e non sia compromesso il buon funzionamento del meccanismo di cessione". 

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