Politica

Le dichiarazioni di Draghi a Tripoli

Mario Draghi e Abdul Hamid Dbeibah

Redazione Ansa

Le dichiarazioni del premier, Mario Draghi

Grazie al Primo ministro. Questa è la mia prima visita all’estero da quando ho avuto l’onore di essere stato nominato Presidente del consiglio del governo italiano. Essa stessa è la dimostrazione dell’importanza di un legame storico tra i due Paesi. Ma voglio anche notare che questo è un momento unico per la Libia.

Il Governo da Lei presieduto è un governo di unità nazionale, riconosciuto e legittimato dal Parlamento, ed è un governo che sta procedendo alla riconciliazione nazionale. In questo senso il momento è unico per ricostruire quella che è stata un’antica amicizia e una vicinanza che non ha mai conosciuto pause, pensate che l’ambasciata italiana è stata l’unica aperta durante tutto il conflitto, durante tutti questi lunghissimi anni di conflitto e di pericolo. E bisogna dar conto e dar credito del coraggio dei diplomatici che sono rimasti nell’ambasciata. Dicevo è un momento unico per ricostruire, per guardare al futuro e per muoversi con celerità e con decisione. Il prerequisito per poter procedere con coraggio e con decisione è che il cessate il fuoco continui e sia strettamente osservato.

La sicurezza dei siti è indubbiamente un requisito essenziale per poter poi procedere con la collaborazione. Al riguardo mi sono state date rassicurazioni importanti. È stato, devo dire, un incontro straordinariamente soddisfacente, caloroso e ricco di contenuti. Abbiamo parlato della nostra cooperazione in campo progettuale, con precisi riferimenti alle infrastrutture civili, in campo energetico, in campo sanitario, in campo culturale. L’Italia darà nuovo impulso all’istituto di cultura italiana all’estero e aumenterà le borse di studio per gli studenti libici che studiano italiano. C’è la volontà di rilanciare l’interscambio culturale ed economico libico. In altre parole si vuole fare di questa partnership una guida per il futuro nella piena sovranità della Libia. Anche in campo migratorio. Esprimiamo soddisfazione per quello che la Libia fa per i salvataggi. Nello stesso tempo aiutiamo e assistiamo la Libia. Il problema non è solo geopolitico, è anche umanitario. Da questo punto di vista l’Italia forse l’unico Paese che continua a tenere attivi i corridoi umanitari. Il problema delle immigrazioni per la Libia non nasce solo sulle coste libiche ma si sviluppa anche sui confini meridionali. L’UE è stata investita del compito di aiutare il governo libico anche in quella sede. I progetti sono stati molti. C’è un desiderio di cominciare. Le commissioni miste in campo finanziario, anche per il recupero dei crediti storici e recenti, sono state riavviate. C’è voglia di fare, c’è voglia di futuro, voglia di ripartire e in fretta.

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