Politica

Il nodo del trasporto pubblico. Ipotesi nuovi scaglionamenti per scuole

Possibile nuova riunione la prossima settimana

Studenti alle fermate del bus a Milano

Redazione Ansa

Terminata la riunione in videoconferenza convocata dalla ministra dei Trasporti Paola De Micheli con le associazioni rappresentative delle aziende del Trasporto Pubblico Locale, i rappresentanti della Conferenza delle Regioni, di Anci e di Upi per un confronto sulle misure di contenimento dei contagi sui mezzi pubblici.

Tra i temi sul tavolo, secondo quanto appreso dall'ANSA, ci sarebbe stata l'ipotesi di un ulteriore scaglionamento degli ingressi a scuola, insieme alla possibilità di misure analoghe anche per gli uffici pubblici. Al vaglio ci sarebbe anche la possibilità di istituire tavoli regionali di coordinamento sul trasporto pubblico, al quale far partecipare gli assessori competenti e gli enti locali. Nessuno avrebbe inoltre contestato la misura dell'80% di capienza sui mezzi. Probabile un nuovo aggiornamento tra le parti la settimana prossima.

"Ci si accorge solo oggi ed in maniera tardiva che il settore non sarebbe stato pronto a gestire la convivenza con il virus senza un'opportuna politica di sistema". A sostenerlo unitariamente sul trasporto pubblico locale i segretari generali della Filt Cgil Stefano Malorgio, della Fit Cisl, Salvatore Pellecchia e della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, evidenziando che "come organizzazioni sindacali lo avevamo denunciato a partire dalla cosiddetta Fase 2".

"Servono - sottolineano i tre dirigenti - una diversa modulazione degli orari delle città, con le differenziazioni degli ingressi e delle uscite a partire dalla scuola e dagli uffici pubblici, una gestione governata dello smart working in forme alternate al lavoro in presenza, il potenziamento delle corse utilizzando i mezzi del noleggio Ncc, attualmente in difficoltà visto il crollo della domanda turistica ed un investimento tecnologico per la verifica del numero di persone a bordo dei mezzi".

"Oggi - proseguono - invece si scarica tutto sul tema del coefficiente di riempimento, rispetto al quale il sindacato non ha gli strumenti per giudicare quale sia quello più idoneo. Su questo argomento è giusto che le decisioni siano assunte dalle istituzioni sulla base delle valutazioni di carattere scientifico del Cts. Tuttavia chiedere un abbassamento di quell'indice, senza aver attuato le misure che abbiamo proposto, significa far collassare il sistema che non sarebbe più grado di garantire il servizio con ripercussioni soprattutto su coloro che non possono permettersi l'uso quotidiano del mezzo privato. C'è ancora tempo - spiegano i tre segretari generali - sia a livello nazionale che regionale per riprendere a ragionare sulle proposte fatte dal sindacato. Lo si faccia senza sterili polemiche, a partire dal tema dei controlli e delle sanzioni".

 

 

 

 

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