Politica

Parlano i librai, "gel e mascherine, così riapriamo"

Entusiasmo ma anche dubbi, c'è chi sceglie di rimanere chiuso

foto archivio

Redazione Ansa

Guanti, mascherine, sanificazione dei locali, ingressi contingentati e distanze di sicurezza. A poche ore dalla data fissata dal governo per la riapertura, i librai si stanno attrezzando per rialzare la serranda trasformando i loro negozi in una sorta di 'oasi' nel lockdown. "I locali saranno sanificati e stiamo provvedendo a reperire tutti i materiali per essere a norma, come i dispenser per il liquido disinfettante per le mani da posizionare all'entrata del negozio - spiega Fabio Masi titolare di una libreria a Camogli e di una stagionale a Ventotene, e socio di due librerie a Genova e di una a Milano (che rimarrà chiusa) - Abbiamo l'obbligo di far entrare solo persone che indossano mascherine e dovranno utilizzare il disinfettante per le mani. Gli ingressi saranno contingentati in base alla grandezza della libreria. Faremo orari ridotti e staremo chiusi il sabato a Genova e la domenica a Camogli per evitare la passeggiata sul lungomare - spiega  - invitiamo, inoltre, chi abita lontano a non venire in negozio, ma a continuare a utilizzare il servizio di consegna a domicilio. Sono contento di riaprire, di essere passato dall'obbligo di chiusura all'opportunità di aprire e del riconoscimento del libro come bene necessario e primario. Sono contento di tornare al lavoro in libreria, ma è anche una necessità economica far ripartire la macchina".

Entusiasmo ma anche qualche perplessità per la riapertura delle librerie nel Lazio dove, grazie a un'ordinanza regionale emanata ieri, si potrà riaprire dal 20 aprile "per garantire le misure di sicurezza necessarie". "Io non riaprirò - spiega Giovanni, il titolare di una libreria per bambini in zona Portuense - La mia libreria si basa su un determinato tipo di relazioni che necessariamente hanno bisogno di prendersi del tempo, facciamo attività culturali e corsi per bimbi che comunque non si potrebbero esserci. Penso quindi che nel mio caso si più utile il lavoro che sto facendo a distanza, attraverso consulenze online per bambini e postando contenuti culturali. In questo modo mi rivolgo in maniera diretta ai bambini che frequentano abitualmente la libreria e che in caso di una riapertura comune non verrebbero in negozio. Penso sia meglio così piuttosto che essere gli unici aperti nel nulla - aggiunge -. In queste settimane sto mantenendo i contatti con i clienti ed effettuando consegne online. Per il momento continuerò così". Una scelta presa anche da qualche altro libraio della città. "Ho deciso di non aprire - si legge sulla pagina Facebook di un'altra libreria della Capitale -. Non sono in grado di garantire al 100% il rispetto delle norme da seguire e non voglio essere causa di vostri spostamenti".

   

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