Politica

Copyright: giornalisti, i giganti del web vogliono snaturare il testo

'La posta in gioco a Bruxelles è l'avvenire della stampa'

Redazione Ansa

Due mesi fa, il 12 settembre, "il Parlamento europeo votava in massa un progetto di direttiva che permette alla stampa e alle agenzie di sperare finalmente che venga loro pagata una retribuzione dai giganti di internet". Ma "in forza di una nuova vasta campagna di lobbying, i giganti del web sono sul punto di riuscire a svuotare il testo della sua sostanza: cercano di fare escludere dal dispositivo quelli che vengono definiti come "brevi estratti", "fattuali" o anche "snippets", e puntano a escludere le agenzie di stampa e la stampa specializzata, a ridurre la durata di protezione dei diritti connessi". E' la denuncia contenuta in una nuova lettera firmata dal responsabile dell'ufficio di Baghdad dell'Afp, Sammy Ketz, e sottoscritta da decine di giornalisti, tra i quali - tra gli altri - gli italiani Lorenzo Cremonesi (Corriere della Sera), Luigi Contu (ANSA), Maurizio Molinari (La Stampa), la francese Florence Aubenas, la spagnola Angeles Espinosa, il britannico Patrick Cockburn.

"È semplicemente inimmaginabile che - prosegue la lettera -, su pretesto che si tratta di "brevi estratti", non venga retribuita un'informazione fattuale su Brexit, o un dramma dei rifugiati al largo della Grecia! Immaginiamo il lavoro d'inchiesta e di scrittura necessario per pubblicare un titolo come questo "Attentato suicida in un quartiere sciita di Bagdad: 32 morti (fonti: polizia, ospedali)". Per scrivere questa sola riga, il giornalista ha indagato presso la polizia per determinare la natura dell'esplosione, chiamato gli ospedali per redigere un bilancio, si è recato sul posto per descrivere i luoghi, raccogliere le testimonianze. Tutto questo a rischio talvolta della sua vita poiché non è raro che un secondo attentato si verifichi nello stesso luogo. Così avvenne a Kabul recentemente: 9 giornalisti e fotografi uccisi, fra cui quello dell'AFP, Shah Marai".

"Ci viene spiegato con insistenza fino a che punto siano cruciali per la democrazia le elezioni europee del prossimo maggio. Non distruggiamo allora un testo del parlamento che è stato adottato il 12 settembre dopo due anni di lavoro da una larga maggioranza di 438 deputati! La posta in gioco a Bruxelles in questo frangente è l'avvenire della stampa e di tutti i mestieri della creazione, che si tratti della musica, della letteratura, del cinema, del teatro in Europa. E senza che questo comporti un impatto negativo sui consumatori, che continueranno a potervi accedere gratuitamente". "Signore e signori Ministri, Deputati e membri della Commissione, i giornalisti, gli editori e con loro le agenzie di stampa reclamano insieme la giusta retribuzione del loro lavoro e degli investimenti che effettuano per informare il pubblico. Per questa ragione, la messa in atto di un diritto connesso non snaturato è un elemento cruciale per la nostra democrazia".

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