Politica

Migranti: come funziona l'accordo sui 'Dublinanti'

La prassi con la Germania per profughi sbarcati nel nostro paese

Migranti in una foto di archivio

Redazione Ansa

La tensione di queste ore tra Italia e Germania ruota attorno alla figura dei 'dublinanti': si tratta di stranieri che sono stati registrati nei paesi in cui sono sbarcati - in questo caso l'Italia - e poi hanno raggiunto altre nazioni dell'Ue, soprattutto la Germania ma anche Francia, Austria, Belgio, Olanda dove hanno presentato domanda d'asilo.
    A stabilire come debbano comportarsi gli Stati membri è il Regolamento di Dublino (604/2013) che definisce i "criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l'esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un paese terzo o da un apolide". Il testo prevede che i migranti, una volta rintracciati e identificati in un qualunque Stato dell'Ue, possano essere rimandati indietro nel paese in cui è avvenuto il primo ingresso in Europa. E' a questi paesi, infatti, che spetta sia valutare la domanda d'asilo sia farsi carico dell'accoglienza degli stranieri fino all'esito della procedura.
    La prassi che si è consolidata negli ultimi anni tra Italia e Germania - visto che non esiste alcun accordo ratificato a livello politico - prevede che i tedeschi possano rimandare nel nostro Paese, ogni mese, un gruppo di massimo 50 dublinanti su due aerei. In tutto il 2018, però, la media di quelli rimandati in Italia è di 25 persone. I migranti vengono imbarcati su piccoli aerei che i tedeschi chiamano 'dedicati' sui quali sale, oltre agli stranieri, il personale delle forze di polizia. Allo stato attuale i voli sono programmati fino a fine novembre.
    Negli ultimi mesi, Berlino ha cercato di stringere un patto con il governo italiano, come ha fatto ad esempio con Grecia e Spagna, che preveda regole certe per i respingimenti secondari, ma Roma - e in particolare il ministro dell'Interno Matteo Salvini - hanno sempre respinto le proposte del ministro tedesco Horst Seehofer. 'Firmo solo se per l'Italia non c'è un immigrato in più', ha detto Salvini il 10 settembre. Ma l'intesa non è mai arrivata, malgrado Seehofer si sia detto 'ottimista' ancora il 15 settembre.
    C'è, infine, un altro elemento: il Regolamento di Dublino prevede che gli Stati membri che intendono rimandare i migranti nel paese di primo approdo, hanno tempo 6 mesi per completare tutte le procedure. Se però, scaduti i 180 giorni, non è stato portato a termine l'iter per l'identificazione o lo straniero non si è presentato alla convocazione delle autorità, hanno l'obbligo di tenerli.
   

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