(ANSA) - BOLOGNA, 4 OTT - "Vogliamo una chiesa senza barriere
fisiche ma soprattutto, e dipende da ognuno di noi, senza quelle
invisibili che sono la solitudine, il pregiudizio,
l'indifferenza. La paura suggerisce di alzare barriere, ma non
sono queste a darci sicurezza, perché alla fine ci isolano".
Parole dell'arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, nell'omelia per
la festa di San Petronio.
"Iniziamo oggi non a caso proprio in questa chiesa che
rappresenta la nostra città - ha detto, citando don Mario
Campidori, fondatore del 'Villaggio senza barriere', struttura
di accoglienza sull'Appennino - la scelta di abbattere le
barriere che sono muri per chi ha difficoltà! Quanti dobbiamo
buttarne giù! Se ne accorgono, e come!, chi li deve affrontare".
Zuppi ha poi invitato i bolognesi a aiutare la città "rendendola
migliore con l'attenzione, la cura, disarmando con l'amore i
cuori aggressivi. Impariamo a custodirci, come è avvenuto a
Borgo Panigale con tanta efficacia e competenza, che richiede
sacrificio e preparazione".
Zuppi, voglio una Chiesa senza barriere
'Impariamo da Borgo Panigale. Bonomia e non buonismo'