Africa

Unhcr denuncia: 'In Libia atrocità sui migranti, anche sui bambini'

Il logo Onu contraffatto e usato dai trafficanti di esseri umani

African migrants rescued by Libyan coastguard [ARCHIVE MATERIAL 20170526 ]

Redazione Ansa

E' emergenza a Tripoli dove, secondo l' Unhcr, le violenze hanno preso di mira soprattutto migranti, donne e bambini rifugiati, richiedenti asilo. L'agenzia dell'Onu parla di "atrocità indicibili": tra le segnalazioni ricevute, anche abusi sessuali su un bambino di un anno e trafficanti travestiti da operatori dell'Unhcr, con logo contraffatto cucito su magliette e giubbotti. Un "drastico deterioramento" della situazione - denuncia l'Unhcr - in particolare "nelle aree urbane", ma anche nei punti di approdo della costa da cui i migranti vengono trasferiti in centri di detenzione sempre più simili a lager. "Stupri, rapimenti e torture" sarebbero stati consumati sulla pelle dei migranti a Tripoli. Una donna ha detto all'Unhcr che criminali non meglio identificati hanno rapito suo marito, l'hanno violentata e hanno torturato e molestato sessualmente suo figlio di un anno. "Molti rifugiati erano detenuti in aree vicine agli scontri ed a rischio di essere colpiti dai razzi. Migliaia sono fuggiti dai centri di detenzione, in un disperato tentativo di salvare le loro vite", riferisce l'agenzia, che da sempre "si oppone alla detenzione di rifugiati e richiedenti asilo" pur essendo pronta a fornire loro assistenza "ovunque si trovino". L'Unhcr chiede "che vengano messe in atto alternative alla detenzione, compreso l'uso immediato della struttura di raccolta e partenza a Tripoli, che fungerà da piattaforma per raggiungere la sicurezza in Paesi terzi e che sarà gestita dal Ministero degli interni libico e dall'Unhcr. La struttura ha la capacità di ospitare 1.000 rifugiati vulnerabili e richiedenti asilo ed è pronta per l'uso". L'agenzia "chiede inoltre una forte azione istituzionale per colpire i trafficanti responsabili". All'Unhcr è stato anche riferito da operatori e dagli stessi rifugiati, che "alcuni trafficanti di esseri umani avrebbero intercettato dei migranti al loro arrivo in Libia indossando abiti con logo simile a quelli dell'Unhcr e di altre agenzie dell'Onu, sottoponendoli poi ad abusi e violenze". Notizia che lascia l'Unhcr "sgomenta" e la induce a chiedere alle autorità libiche, per l'ennesima volta e con forza, "di agire contro tutti i criminali che cercano di colpire rifugiati e migranti disperati". Sugli impostori che avrebbero abusato dell'affidabilità degli operatori internazionali è stata aperta un'indagine. Intanto l'agenzia precisa che "in Libia l'Unhcr e i suoi partner sono presenti nei punti ufficiali di sbarco per fornire assistenza umanitaria e medica, ma non è coinvolta nel trasferimento di rifugiati dai punti di sbarco ai centri di detenzione. Un compito che è affidato alle autorità libiche.

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