Politica

PROFILO/ Alla Pa Giulia Bongiorno, l'avvocato dei vip

E' stata legale di Andreotti, ma anche di Sollecito e Totti

Giulia Bongiorno

Redazione Ansa

Avvocato dei vip, parlamentare da sempre schierata con il centro-destra, ma anche nota per le sue battaglie a favore delle donne, con la fondazione Doppia difesa cui ha dato vita con Michelle Hunziker. Ha un curriculum di peso Giulia Bongiorno, 52 anni, palermitana, indicata come ministro della Pubblica Amministrazione nel governo Conte. La sua popolarità è cominciata nel 1995 quando il principe del Foro Franco Coppi, impegnato su troppi fronti, le chiese di occuparsi in prima persona della difesa di Giulio Andreotti, che era accusato di collusione con la mafia e dell'omicidio del giornalista Mino Pecorelli. Un'esperienza che le ha cambiato la vita come lei stessa ha raccontato in un libro. Da allora è stato un susseguirsi di incarichi difensivi prestigiosi, spesso in vicende giudiziarie dal forte impatto mediatico. Ha assistito societa' multinazionali, importanti imprese italiane e personaggi pubblici. Qualche nome tra i tanti: Pierfrancesco Pacini Battaglia, il "banchiere un gradino sotto Dio", il finanziere Sergio Cragnotti, Vittorio Emanuele di Savoia. Innumerevoli gli incarichi nel campo della giustizia sportiva: tra i suoi tanti assistiti, i calciatori Cristiano Doni, Stefano Bettarini, Francesco Totti e Antonio Conte, allora allenatore della Juventus, club del quale Bongiorno e' componente del Consiglio di amministrazione. Ha difeso anche Raffaele Sollecito nel processo per l'omicidio di Meredith Kercker.  Entrata in Parlamento nel 2006 con Alleanza nazionale, e riconfermata in seguito con il Pdl, e' stata per diversi anni presidente della Commissione Giustizia della Camera. E' stata eletta senatrice a marzo con la Lega. "Sarebbe un ottimo ministro della Giustizia in un governo del centrodestra" aveva detto di lei diversi mesi fa Matteo Salvini. "Se mi piacerebbe fare il Guardasigilli? Non spargiamo voci, non lo farò", si era schermita lei, decisa comunque a impegnarsi nel nuovo Parlamento per la revisione della legge sulla legittima difesa, "che è ridicola, al limite della barzelletta".
   

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