Politica

Casellati, la prima donna presidente del Senato

Ex sottosegretaria, azzurra dal '94, vicina a Berlusconi e Ghedini

Maria Elisabetta Alberti Casellati fa il suo ingresso al Quirinale nel giorno in cui è stata eletta presidente del Senato

Redazione Ansa

La prima donna presidente del Senato e' un avvocatessa matrimonialista, di Rovigo, classe 1946, iscritta all'Ordine di Padova, sposata con due figli. Gradita alla Lega e da sempre vicina a Berlusconi e Nicolo' Ghedini, Maria Elisabetta Alberti Casellati entra in FI nel 1994 per ricoprire vari incarichi: componente del Collegio dei probiviri, dirigente del dipartimento Sanita' e vice dirigente dei Dipartimenti. A piu' riprese, dal 2001 al 2008 e' vice capogruppo a Palazzo Madama con Renato Schifani presidente. Nella sua storia politica, Casellati si occupa anche di sanita', prima come presidente della Commissione al Senato, dal 1994 (anno del suo ingresso in Parlamento) al 1996, poi come sottosegretario alla Salute quando il dicastero e' guidato da Girolamo Sirchia. Ricopre questo ruolo dal 29 dicembre 2004 fino al 2006. Ed e' durante questo periodo che finisce al centro delle polemiche per via dell'assunzione della figlia Ludovica a capo della sua segreteria.

"Ci ho messo 10 anni perche' non mi chiamassero "figlia di" e adesso - spiega Ludovica Casellati - non vorrei passare per quella aiutata da mammina". Casellati e' anche sottosegretaria al ministero della Giustizia quando Guardasigilli e' Francesco Nitto Palma. E nella precedente legislatura viene eletta alla Camera Alta, ma la lascia per andare, come Consigliere laico in quota FI, a Palazzo dei Marescialli. "Un'esperienza che ha rappresentato un arricchimento autentico e di straordinario valore", spiega al momento delle sue dimissioni. Sul suo profilo twitter, sul quale non scrive dal 2014 (pur contando oltre 1000 follower) giganteggiano una bandiera di FI e la sua foto mentre stringe la mano a Berlusconi, in difesa del quale interviene piu' volte, soprattutto sul piano giudiziario, sostenendo le cosiddette "leggi ad personam". Laureata in diritto canonico alla Pontificia Universita' Lateranense si impegna per la difesa dei diritti delle donne: dalle quote rosa alla legge sullo stalking. Ed e' alle donne che dedica una parte importante del suo discorso avvertendo come "nessun traguardo" possa piu' essere loro precluso. E ringraziandone molte: dalle eroine del Risorgimento a quelle che si impegnarono per la Liberazione "oggi magistralmente rappresentate dalla senatrice a vita Liliana Segre".

Nel suo intervento anche il suo programma: "Bisogna tornare a portare l'Italia a una svolta di carattere economico" e a essere "protagonista in Europa" per "dare una speranza ai giovani" e a chi vive un "disagio sociale". "Il capo dello Stato Mattarella - assicura ringraziandolo - e' la nostra figura di riferimento".

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