Politica

Pisapia: "No ad un'altra Sicilia, fare di tutto per unire"

'Non è una missione impossibile, proveremo fino all'ultimo giorno'

Redazione Ansa

"Non vogliamo un'altra Sicilia". L'ultima sconfitta del centrosinistra spinge Giuliano Pisapia a non mollare e a lanciare un ennesimo accorato appello a Pd e Mdp per l'unità, condizione necessaria per fermare le destre e il populismo. L'ex Sindaco di Milano, con le sue Officine di Campo Progressista, lo chiede da mesi senza successo, tanto che lui stesso si paragona oggi a quei giapponesi che continuavano a combattere malgrado la guerra fosse finita: "Qualcuno dice che la mia è una missione impossibile, ma io ci proverò sino all'ultimo momento. Non c'è altra scelta se si vuole battere la destra", afferma preoccupato nell'auditorium Antonianum, ascoltato dalla Presidente della Camera, Laura Boldrini - il suo l'intervento più applaudito - da Roberto Speranza, che chiude ogni porta al Pd, e da Gianni Cuperlo, ancora convinto che il partito guidato da Renzi "possa tornare il perno del centrosinistra".

GLI INTERVENTI

  

Una assemblea che arriva alla vigilia di una delicatissima direzione Pd. E proprio ai dem, Pisapia rivolge parole aspre: "L'idea dell'autosufficienza è un suicidio politico, non possiamo lasciare il Paese alla destra". Quindi, boccia il dialogo tra Renzi e Alfano, chiedendo al Pd di "smetterla di guardare a destra e al centrodestra". "Non ci può essere alcun cammino per chi pensa che nel nuovo centrosinistra ci possa essere spazio per un nuovo o un vecchio centrodestra". Ma dopo aver criticato ogni "ridotta minoritaria che non cambia il Paese", segnando la distanza dal progetto di sinistra, esorta la Direzione Pd a lanciare un segnale di disgelo, assicurando "un impegno vero, reale" su ius soli e biotestamento, "due leggi - osserva - che naufragheranno se avremo una sconfitta che oggi vedo, non dico certa ma possibile".

Un appello condiviso anche da Walter Veltroni, secondo cui le divisioni a sinistra "sono irresponsabili" e aprono "un'autostrada alla destra". "Domani Renzi per prima cosa - consiglia l'ex Sindaco di Roma dallo studio di "Mezz'ora in più" - annunci che vuole concludere lo ius soli e il biotestamento e inviti ad un tavolo Grasso e le altre forze". E in questo ruolo di pontiere, ne ha anche per Bersani e D'Alema: "Mdp smetta di dire 'mai con Renzi', è sbagliato, mancano 4 mesi alle elezioni, possibile che non si riesca a convivere in un'area più ristretta dell'Unione". Anche Bruno Tabacci, vicinissimo a Pisapia, offre un consiglio a Matteo Renzi: "Chieda aiuto a Prodi. Di fronte all'appello di Romano, credo che Bersani e altri potrebbero ascoltare...".

Di parere diverso, Laura Boldrini, che sbarra la porta al Pd, infiammando la platea 'pisapiana', con tanto di standing ovation finale. La presidente della Camera demolisce le riforme renziane, parlando di vera lotta alla precarietà, contro bonus a pioggia ma di incentivi strutturali per i giovani, politica a favore delle donne, uguaglianza, diritti, di una politica progressista "laburista, sociale, femminista, ambientalista, solidale e europeista". "Campo progressista ha cercato un dialogo costruttivo con il Pd. Ma davanti all'indisponibilità a cambiare rotta rispetto a certe politiche divisive degli ultimi anni - affonda Boldrini - dobbiamo prendere atto che purtroppo non ci sono i presupposti per la coalizione con loro".

Parole che sono piaciute a un altro dei protagonisti di queste ore, Pietro Grasso, che ha alzato il telefono per complimentarsi con la Boldrini per la "nettezza" delle sue posizioni. Con la convinzione che la presidente della Camera abbia portato un pezzo di Campo progressista alla porta del nuovo soggetto politico di sinistra che si sta coagulando sulla spinta delle dimissioni del presidente del Senato dal Pd. Sulla stessa linea Roberto Speranza. "L'intervento di Laura - sottolinea il leader Mdp - è la nostra agenda per il futuro. Anch'io sono preoccupato ma esiste un' Italia che vuole un'alternativa e non si sente rappresentata da Renzi, Salvini e Grillo". L'assemblea fiume finisce oltre le tre di pomeriggio. Pisapia, prima di lasciare Roma, alle tv dice di "attendere risposte". Intanto i suoi, da Ciccio Ferrara a Carlo Romano, assicurano già che, comunque vada, alle prossime elezioni Campo Progressista sarà della partita.

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