Politica

500 anni fa la riforma di Lutero, invito al Papa

Bedford-Strom, rivolta fu "gesto di libertà per chiesa e mondo"

Redazione Ansa

Cinquecento anni fa, Martin Lutero si ribellò a Roma con l'affissione delle sue 95 Tesi - così vuole la tradizione - alla porta della chiesa del castello di Wittenberg. E la divise, osando la sua Riforma. Cinque secoli dopo, da quella stessa chiesa, il capo degli evangelici si è rivolto direttamente al pontefice romano, per invitarlo nella roccaforte della ribellione, che costò la scomunica al monaco agostiniano: "Papa Francesco, grazie per l'attestato d'amore e di riconciliazione nei nostri confronti. Se vorrai venire un giorno, mezzo millennio dopo che è stata bruciata la bolla papale, a Wittenberg, sarai benvenuto di cuore", ha affermato Heinrich Bedford-Strohm.

"Si deve parlare con Cristo e andare avanti con coraggio". Un terzo dei cristiani al mondo ha seguito lo scisma del 1517, e la metà dei 45 milioni di cristiani tedeschi è ancora oggi protestante. Ma le chiese, accomunate da un esodo drammatico, e dalle molte sfide di un mondo in disordine, non sono mai sembrate vicine come stasera. "Per il futuro ci vincoliamo a proseguire la strada verso una maggiore unità", hanno affermato in una nota comune. E poi è stato il cardinale Reinhard Marx, presidente della chiesa cattolica tedesca, ospite alla celebrazione, ad affermare che "la chiesa è più vecchia e più grande delle divisioni fra le chiese. Noi cristiani promettiamo di essere testimoni di speranza". Il messaggio di Lutero, nella lettura di Bedford-Strohm, è risuonato forte ed attuale: "Il suo fu un atto di liberazione, per la chiesa, ma anche per il mondo". Fu la manifestazione della coscienza che si muove contro il potere, ha spiegato. E oggi la Germania avrebbe bisogno proprio di quella stessa libertà interiore. "Una forza che supera la paura".

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