Politica

Tortura: il Sì al Senato tra le polemiche, l'ideatore si dissocia

Manconi non vota:"Testo annacquato". Amnesty: "non e' applicabile"

Luigi Manconi con Patrizia, la madre di Federico Aldrovandi

Redazione Ansa

Dopo averlo tenuto nel cassetto per due anni, il 17 maggio scorso il Senato da' il via libera al disegno di legge sulla tortura con 195 si', 8 no e 34 astenuti. Ma lo fa tra mille polemiche, con i gruppi divisi, il non voto del primo firmatario Luigi Manconi (Pd), con l'astensione di Sinistra Italiana e la contrarieta' di associazioni come Antigone e Amnesty che parlano di testo "difficilmente applicabile".

"Il mio testo, che presentai nel 2013 il primo giorno della legislatura, e' stato stravolto", commenta Manconi e pertanto "mi trovo costretto a non votarlo". Analogo il commento di Corradino Mineo che ricorda come anche negli Usa esista il reato e come "persino la Cia abbia riconosciuto che il waterboarding contro i terroristi fosse tortura" senza dire che "quella pratica era un eccesso di misure cautelative o di contenimento". Come prevede invece il ddl italiano. Tra le modifiche introdotte: l'aumento della pena minima che passa da 3 a 4 anni, mentre la massima resta a 10. E perche' si configuri il reato non solo ci dovranno essere "piu' condotte", formula che come osserva Felice Casson (Mdp) reintroduce il termine "reiterate" che era stato cancellato dal testo, ma si dovra' dimostrare anche che c'e' stato "abuso di poteri" e "violazione dei doveri". "Tutte formule che annacquano il testo - incalzano i 5 Stelle che comunque lo approvano - per fare un regalo alla destra".

E infatti il centrodestra sul ddl si divide: 13 di FI si astengono e in 11 non votano. E in ordine sparso vanno un po' tutti i gruppi: non votano 19 del Pd, 7 di Ap e 5 del M5S. Il ddl, con oltre 30 anni di ritardo (la Convenzione di New York contro la tortura e' del 1984) e dopo varie condanne internazionali all'Italia, introduce nel nostro ordinamento due reati: quello di tortura che puo' essere contestato anche a cittadini comuni (far parte delle forze dell'ordine e' solo un' aggravante) e l'istigazione alla tortura. Ma "con tanti di quei paletti - incalza Mineo - che sara' impossibile dimostrarli in Tribunale". Perche' si ravvisi l'istigazione questa, ad esempio, dovra' essere fatta "in modo concretamente idoneo". Il centrodestra teme che il ddl risulti "un atto ostile contro le Forze dell'ordine" e Giorgia Meloni di FdI assicura che alla Camera "questa vergogna" verra' cancellata.

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