Politica

Pd: Orlando, mi candido per la rottamazione mancata

Si realizza crescendo nuovi dirigenti non abbattendo precedenti

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando

Redazione Ansa

"Io mi candido perché voglio fare la rottamazione che non c'è stata. Che si realizza con la crescita delle classi dirigenti e non con l'abbattimento di quelle precedenti". Lo ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando intervenendo alla Spezia alla presentazione della sua candidatura alla segreteria del Pd. "So che sarà difficile e siamo partiti tardi. Io non voglio fare l'esponente della sinistra che si candida per il Pd. Io voglio fare il Partito Democratico", ha affermato. 

"Sarà difficile, quasi tutti i miei compagni di governo si schiereranno con Matteo Renzi. Ma possiamo vincere questa battaglia perché abbiamo ragione e ho le qualità per vincere la sfida. Penso che se guiderò il Pd lo lascerò meglio di come l'ho trovato. Non tutti quelli che mi hanno preceduto possono dirlo. Penso di avere una dote: saper unire. Questo Paese ha bisogno di unità". Lo ha detto Andrea Orlando alla Spezia dove ha presentato la candidatura alla segreteria del Pd.

"Mi fa piacere che Renzi si ponga il problema del lavoro. Noi stiamo lavorando ad una proposta che presenteremo nei prossimi giorni". Lo ha detto il Guardasigilli Andrea Orlando a La Spezia a margine di una iniziativa per presentare la sua candidatura a segretario del Pd, rispondendo a una domanda sulla proposta di Renzi del lavoro di cittadinanza. "Farò una proposta nei prossimi giorni. Il nodo cruciale da affrontare è come si possa dare cittadinanza e reddito. E' un punto fondamentale per il quale abbiamo perso molto in termini elettorali e di divisione sociale".

"Non credo che dobbiamo fare gare di affidabilità. Vediamoci, facciamo un confronto sulle cose che si possono fare nei prossimi mesi e diamo il sostegno massimo a un governo che ha ancora molte cose da fare". Lo ha detto il ministro della Giustizia e candidato alla segreteria del Pd Andrea Orlando commentando le parole di Roberto Speranza, uno dei leader di Dp, che aveva detto: "Gentiloni dovrebbe fidarsi più di noi che di Renzi".

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