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>ANSA-FOCUS/ Italicum alla Consulta, le opinioni dei giuristi

Su ballottaggio, premio, multicandidature, capilista bloccati

Redazione Ansa

L'Italicum e l'esame che la Corte Costituzionale dovrà fare sulla legge elettorale hanno fatto molto discutere i giuristi, che hanno esaminato i tanti aspetti sottoposti alla Consulta. Su un punto sono in gran parte d'accordo: il ballottaggio verrà eliminato. E lo dichiarano sia giuristi che hanno sostenuto l'impianto dell'Italicum, come Stefano Ceccanti o Francesco Clementi, sia giuristi più critici verso la legge, come Stelio Mangiameli o Gianluigi Pellegrino.
    Sistema bicamerale e ballottaggio confliggono, è la sintesi, secondo Ceccanti e Clementi, che però sottolineano che "il ballottaggio non è incostituzionale in sé" e concordano anche sul fatto che il premio alla lista che raggiunge il 40% non sarà toccato. "La Corte può sicuramente demolire il ballottaggio.
    Quello che non può fare è interferire con la discrezionalità del legislatore", afferma Mangiameli.
    Uno dei temi più dibattuti dalla politica è se la sentenza sarà autoapplicativa, cioè pronta all'uso, chiavi in mano. Ma per i costituzionalisti questo è un falso problema. "Bisogna distinguere il piano giuridico da quello politico - sostiene Ceccanti - Tutte le sentenze sono autoapplicative, la Corte non può lasciare vuoti legislativi, tanto più in materia elettorale, o comunque non può lasciare vuoti che non siano sanabili con un decreto. Altrimenti si paralizzerebbe l'elezione del Parlamento". "E' del tutto ozioso - osserva anche Pellegrino - il quesito se la Corte darà o meno una legge applicabile, perché è assolutamente pacifico, per fermissima giurisprudenza della Consulta, che qualsiasi sua pronuncia in materia elettorale debba lasciare una legge applicabile, perché le leggi elettorali sono costituzionalmente necessarie: il Paese non può stare senza".
    Altro aspetto che trova concordi i giuristi è quello delle plurielezioni con la scelta del collegio in cui essere eletto lasciata al candidato: "Questo - sostiene Clementi - è a mio giudizio l'unico vulnus grave dell'Italicum perché rompe il rapporto stretto elettore-eletto a favore di una totale discrezionalità dell'eletto. Per il resto, a mio avviso, si tratta di sanare delle incoerenze rispetto a un sistema che ha mantenuto il bicameralismo paritario".
    Mangiameli mette in dubbio anche la legittimità dei capilista bloccati, cioè "indicati dai partiti e sottratti al voto di preferenza, a differenza degli altri candidati. Una scelta contraddittoria che non si giustifica". (ANSA).
   

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