Politica

No all'educazione di genere per 0-6 anni, confronto in Cdm

Discussione tra i ministri su alcuni passaggi, soprattutto nei decreti per la Buona Scuola. No a divieto bocciare a elementari, botta-risposta Fedeli-Orlando

Il ministro degli Affari Esteri Angelino Alfano e il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli (archivio)

Redazione Ansa

   Un Consiglio dei ministri segnato dal sollievo di tutti i ministri per il ritorno al lavoro del premier Paolo Gentiloni ma che comunque ha visto un confronto serrato tra i ministri su alcuni passaggi, soprattutto nei decreti per la Buona Scuola. Secondo quanto si apprende, si è deciso di eliminare ogni riferimento all' educazione di genere nel programma scolastico per i bambini da 0 a 6 anni e di non vietare la bocciatura alle elementari.
    Il riferimento all'educazione di genere era stato proposto dal ministro della Pubblica Istruzione, Valeria Fedeli, che al Senato risulta come prima firmataria del disegno di legge per inserire il tema in tutti i programmi scolastici. Ma il responsabile della Farnesina, Angelino Alfano, si sarebbe opposto spiegando che parlare di educazione di genere per i bambini fino ai 6 anni di età sarebbe stato assurdo. Così, alla fine di un dibattito piuttosto acceso, si sarebbe deciso di richiamare nel programma scolastico per i più piccoli solo il rispetto all'articolo 3 della Costituzione: quello che prevede l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.
    Per quanto riguarda l'altro tema "caldo", quello del divieto di bocciare i bambini che frequentano le scuole elementari, il dibattito si sarebbe aperto soprattutto tra la Fedeli e il Guardasigilli Andrea Orlando. La responsabile del dicastero di Viale Trastevere non ne avrebbe voluto sapere di prevedere il divieto che invece Orlando voleva venisse inserito. E' sbagliato far ricadere su bambini così piccoli un peso come quello della bocciatura che "resta poi per tutta la vita", quando a quest'età sono sopratutto le famiglie ad essere responsabili di atteggiamenti o difficoltà del minore, avrebbe osservato il Guardasigilli. Alla fine, anche in questo caso si sarebbe arrivati ad un compromesso: nessun divieto di bocciare, ma per i maestri che decidono di far ripetere una classe allo scolaro sono stati inseriti dei "paletti" come quello di motivare in maniera davvero articolata e approfondita la bocciatura.

Miur, in Cdm clima molto positivo - In Consiglio dei Ministri c'è stato "un clima molto positivo". A confermarlo sono fonti Miur che precisano anche "con riferimento alla delega sull'istruzione 0-6 anni" come il ministro, Valeria Fedeli, "non abbia parlato di educazione di genere, ma, nell'ambito delle finalità della legge, di rispetto delle diversità, di accoglienza e di accesso all'educazione per tutte le bambine e i bambini secondo i principi previsti dall'articolo 3 della Costituzione. Ovvero senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione". "I programmi di studio - si osserva - non erano oggetto di delega". "Sulla bocciatura o meno alla primaria - si sottolinea - c'è stato effettivamente un dibattito in cui tutti sono stati concordi sulla necessità di sostenere quanto più possibile gli alunni con più difficoltà. Infatti nel decreto, che lascia immutate le norme attuali, si prevede che l'alunno può essere non ammesso solo in casi eccezionali e comprovati".
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it