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Legge Cannabis torna in commissione, centristi esultano

Della Vedova, ora battaglia; Ferranti, esame solo dopo manovra

Foto d'archivio

Redazione Ansa

Nuovo stop alla legge sulla legalizzazione della cannabis. L'Aula della Camera ha infatti stabilito che il provvedimento debba tornare all'esame delle commissioni parlamentari. Esultano i centristi di Area popolare, che parlando di "successo" contro una "legge sbagliata" mentre l'ex Radicale e sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova promette battaglia e Sinistra Italiana assicura che la battuta di arresto sarà solo momentanea. Di sicuro, osserva però la presidente della commissione Giustizia di Montecitorio Donatella Ferranti, l'iter non potrà che entrare nel vivo dopo l'esame della manovra perché "comporta oneri per lo Stato". Un fatto che Della Vedova giudica "paradossale", considerando che se approvate le misure porterebbero "miliardi al bilancio dello Stato" mentre il suo costo è di "qualche decina di migliaia di euro".

Fatto sta che, una volta avviata la sessione di Bilancio i margini di riducono drasticamente e quindi è facile che i tempi si allunghino. D'altro canto, dice sempre Ferranti, "su una materia del genere è difficile costruire un accordo direttamente in Aula. Occorre trovarlo in Commissione". Non si dovrà però ricominciare tutto daccapo: discussione generale e audizioni sono già state fatte e una strada potrebbe essere quella di "dare vita a un comitato ristretto - è la proposta della presidente della commissione Giustizia - che rediga un testo base". Il nuovo passaggio in commissione, mette in guardia il deputato di Possibile Pippo Civati, verrà però "strumentalizzato da quanti sono contrari alla legalizzazione, nella speranza che finisca nella palude proibizionista".

Che infatti è esattamente quello che auspica Forza Italia (il ritorno in commissione sia de profundis, scrive su Twitter il deputato azzurro Luca Squeri). Secondo invece il deputato di Sinistra Italiana e relatore del provvedimento sulla cannabis Daniele Farina, proprio il rinvio "apre ad un accordo, che non potrà riguardare soltanto l'accesso agli usi terapeutici ma anche gli altri punti di riforma, tra i quali la coltivazione per uso personale". Ma, è la tesi contraria di Area popolare, "non esistono droghe innocue mentre l'uso terapeutico - afferma il capogruppo di Ap Maurizio Lupi - è un'altra cosa che trova il nostro sostegno sul piano della salute pubblica".
   

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