Politica

Governo: dimissioni di Guidi le seconde dopo Maurizio Lupi

Nel governo anche altri cambi per passaggio a nuovi incarichi

Redazione Ansa

Quelle di Federica Guidi sono le seconde dimissioni di un ministro del governo Renzi dovute a polemiche nate dopo una inchiesta giudiziaria.

Proprio un anno fa fu Maurizio Lupi che lasciò il dicastero delle Infrastrutture.

Il 16 marzo 2015 in una inchiesta sugli appalti in cui vi furono quattro arresti, il GIp scrisse che uno dei quattro inquisiti, Stefano Perotti, aveva "procurato degli incarichi di lavoro a Luca Lupi", figlio del ministro. Questi, dopo aver ribadito la correttezza del proprio operato, il 20 marzo annunciò alla Camera le proprie dimissioni. Analogo il caso del sottosegretario alle Infrastrutture, Antonio Gentile (Ncd). Il giorno stesso della sua nomina, il 28 febbraio 2014, fu accusato di aver fatto pressioni sul direttore e lo stampatore di un quotidiano per impedire l'uscita di un articolo che riguardava suo figlio. Il 3 marzo Gentile, che non risultò indagato, si dimise con una lettera a Renzi e Napolitano. Dopo due anni di purgatorio, il 28 gennaio scorso, Gentile è rientrato nel governo come sottosegretario allo Sviluppo economico.

Ci sono state poi alcune dimissioni di ministri e sottosegretari dovute all'assunzione di altri incarichi. Il 31 ottobre 2014, il ministro degli Esteri Federica Mogherini lasciò la Farnesina per diventare responsabile della politica estera della Ue ("Lady Pesc") e vice presidente della Commissione Ue. Al suo posto arrivò Paolo Gentiloni, lo stesso giorno. Il 26 gennaio 2015 il ministro per gli Affari Regionali Maria Carmela Lanzetta si dimise per entrare nella nuova Giunta regionale della Calabria. Per trovare il sostituto si è atteso oltre un anno: il 29 gennaio 2016 la Lanzetta fu sostituita da Enrico Costa, sino ad allora viceministro della Giustizia. Anche il sottosegretario allo Sviluppo Economico Carlo Calenda ha lasciato il proprio incarico : su richiesta di Renzi Calenda è diventato rappresentante permanente dell'Italia presso l'Ue, (il premier lo considera un "mastino" nelle trattative). Diverso il caso di Lapo Pistelli, viceministro degli Esteri. Il 15 giugno 2015 lasciò la Farnesina e il primo luglio anche la Camera accolse le sue dimissioni. Ad attenderlo l'incarico di senior vice presidente dell'Eni.

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