Politica

E' polemica su servizi italiani. Fi: Italia colabrodo

Schermaglie Gasparri-Ncd. M5S a Renzi, inadeguato contro terrore

Salah Abdeslam e Khalid El Bakraoui

Redazione Ansa

"Una Paese colabrodo, una terra di nessuno". La notizia del transito in Italia del kamikaze della metro di Bruxelles Khalid El Bakraoui, nell'estate del 2015, accende la polemica politica sull'intelligence italiana e in particolare accende Forza Italia già 'scottata' dall'assenza di un suo rappresentante parlamentare nel Copasir. Sin dalla mattina sono infatti gli azzurri, in ordine sparso, ad attaccare più o meno frontalmente i Servizi italiani. Ed è Maurizio Gasparri, in particolare, a scagliarsi contro un apparato che derubrica come "tradizionalmente inefficiente, spesso corrotto, sempre inutile".


    Parole che, nonostante il lunedì di Pasquetta, non passano inosservate anche perché il senatore FI chiede "l'azzeramento" dei Servizi pungolando il premier Matteo Renzi sull'ipotesi della nomina di Marco Carrai a capo della cybersecurity. "Renzi non ha alcuna consapevolezza dei ruoli e delle responsabilità dell'Italia al punto da mettere il suo compagno di giochi e forse di affari ad occuparsi del cyber crime", attacca Gasparri incassando il silenzio del Pd ma la replica, corale, di Ncd (e di Ala). "Le parole di Gasparri sono offensive e irrispettose, chieda scusa", è la risposta di Valentina Castaldini, portavoce del partito guidato dal ministro dell'Interno Angelino Alfano.


    Parole di fronte alle quali Gasparri non esita a replicare a sua volta, annunciando un'interrogazione parlamentare sia sul rapporto tra Castaldini e l'intelligence sia su quello tra quest'ultima e La Repubblica e, in particolare, Alberto Custodero che - racconta l'esponente azzurro - gli avrebbe telefonato facendo "false affermazioni" in merito alla vicenda.


    E se anche Daniela Santanché e il leghista Paolo Grimoldi parlano di un Paese dove "i terroristi possono tranquillamente transitare", il M5S 'allarga' la polemica chiedendo di stoppare il flusso di soldi verso "i Paesi finanziatori" della jihad e definendo, con Luigi Di Maio, il premier Matteo Renzi "totalmente inadeguato per fronteggiare questa crisi". Renzi che, tuttavia, solo qualche giorno fa il Financial Times metteva "alla guida" del fronte dei Paesi Ue "che propongono una maggiore integrazione europea" in fatto di sicurezza. Di certo, il dossier della lotta al terrorismo nei prossimi giorni - e dopo che il premier tornerà dalla sua missione negli Usa - sembra destinato a incrociarsi con il giro di nomine sul quale è chiamato a intervenire il capo del governo. Nomine che potrebbero coinvolgere, oltre a Carrai, anche la direzione dell'Aisi e quella del Dis a capo del quale il mandato quadriennale di Gianpiero Massolo è in scadenza.
   

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