Politica

Effetto domino, Orban pronto a chiudere confini Romania

Misure unilaterali nonostante diktat Bruxelles.Protesta Brennero

Il primo ministro ungherese Orban ed il premier russo Vladimir Putin

Redazione Ansa

"La chiusura dei confini e' giusta". Parola del primo ministro ungherese Viktor Orban che all'indomani di un Consiglio Ue, sostanzialmente irrilevante sul fronte dell'emergenza migrazione, rilancia, nei fatti, la sua minaccia alla tenuta del Trattato di Schengen. Gli occhi di Bruxelles sono ora puntati sull'attesissimo vertice Ue dei primi di marzo con la Turchia, quando si cercherà di accelerare di nuovo, con Ankara, il dibattito sui flussi. Ma nel frattempo la cronaca incalza e si materializza in Europa l'effetto 'domino' sul ripristino dei controlli alle frontiere interne. "Noi - incalza Orban - continueremo a tenere chiusi i nostri confini con Serbia e Croazia e se necessario chiuderemo anche quello con la Romania". Ieri, l'agenzia austriaca Apa, aveva annunciato che l'Ungheria avrebbe chiuso da domani anche i suoi tre passaggi di frontiera ferroviari con la Croazia. Ma la notizia e' stata oggi smentita all'ANSA dal governo di Budapest.

"Non vi e' stata alcuna misura e disposizione del genere", ha detto l'ufficio stampa del ministero dell'interno. Tuttavia, soprattutto alla luce delle scelte di Vienna, la tensione cresce di giorno in giorno, soprattutto nel nord est dell'Italia. Il Capo della Polizia, Alessandro Pansa, a Trieste, cerca di rassicurare. Se la decisione dell'Austria di limitare gli accessi di migranti dovesse favorire il flusso verso l'Italia, afferma Pansa, "siamo pronti a gestirlo e ad affrontarlo". Meno rassicuranti le parole di Domenico Manzione, sottosegretario con la delega all'immigrazione: "l'ipotesi prospettata dall'Austria di un cosiddetto Muro del Brennero farebbe diventare l'Italia un sacco nel cuore dell'Europa. La rotta balcanica - spiega Manzione a 'Il Mattino' - si trasformerebbe, via mare e via terra, in una rotta adriatica, tutta italiana. È concreto il rischio di avere alla nostra frontiera del nord est una Lampedusa del Nord, ultimo approdo della disperazione che non arriva dal Mediterraneo". Manzione parla di "scelta scellerata", da parte di Vienna. L'Italia, dice, rischia di diventare l'imbuto di un esodo epocale.

Oggi al Brennero circa 250 persone, chi in rappresentanza di partiti o sindacati chi di associazioni, ma anche semplici cittadini, hanno organizzato una catena umana, sul valico, per dire no alla costruzione di una barriera fra Austria e Italia. Non un'azione contro Vienna, hanno sottolineato i promotori, ma per dire un no deciso ai muri, che sono il sintomo dell'assenza di una politica europea. E' invece - hanno spiegato - un sì convinto all'Europa, perché sappia impedire il ripiegamento su sé stessi degli Stati". Dalla catena umana è stato espresso il sostegno al lavoro dei Presidenti dell'Euroregione, formata da Trentino, provincia autonoma di Trento e di Bolzano, Tirolo austriaco - Ugo Rossi, Günther Platter e Arno Kompatscher - che dopo essere stati a Vienna, lunedì saranno a Roma per incontrare il ministro degli Interni Angelino Alfano e ribadirgli la loro posizione sulla questione dei migranti e dei controlli al Brennero.

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