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Beppe Grillo attacca le primarie di Milano: 'Sono taroccate. Scelgono i cinesi'

Renzi: 'Attacca chi fa le votazioni con i clic'

Redazione Ansa

"Le primarie Pd sono taroccate. Il candidato sindaco Pd a Milano non sarà scelto dai milanesi o dai militanti Pd (esistono ancora?) ma da cinesi che sanno a malapena parlare l'italiano. Un #PdMadeInChina". E' il post con cui Beppe Grillo, sul suo blog, commenta l'andamento delle primarie Democrat a Milano.

 

 

A supporto della sua tesi sulle primarie Pd di Milano, Beppe Grillo cita le parole del "presidente di seggio della sezione Lama a Milano che ha detto: 'Una partecipazione cinese inaspettata alle primarie del centrosinistra di Milano e una serie di operazioni sospette: non capiscono e non sanno leggere l'italiano e aprono la scheda per sapere dov'è il nome. Il sospetto che non ci fosse questa consapevolezza di cittadini che sanno cosa stanno facendo io l'ho maturato'".

"Basta con il bue che dà del cornuto all'asino. Grillo fa il comico e la sua è soltanto una boutade per ottenere demagogicamente ciò che fa al caso suo". Così il presidente del seggio di via Cesare Procaccini, nel quartiere di Chinatown a Milano, Igor Daldosso, ha commentato l'accusa lanciata da Beppe Grillo. "Alle 13 - ha detto Daldosso - i residenti cinesi che hanno votato qui sono stati 5 su 156 votanti. Probabilmente le votazioni sulla pagine web di Grillo sono inquinate da molti fattori economici che lui continua a non rendere noti". Anche negli altri due seggi nel quartiere cinese a Milano i votanti cinesi in mattinata sono stati in netta minoranza rispetto agli italiani: al seggio di via Albertini, secondo quanto comunicato dalla presidente Donatella Capirchio, alle 12 sono stati una decina su circa 150-200 votanti, mentre in via via Giusti gli elettori cinesi sono stati dieci su 110.


"Hanno sempre da ridire sulle nostre primarie, quelli che mandano cinquanta persone a fare click. Si lamentano delle nostre primarie con migliaia di persone, siamo gli unici ad avere il coraggio a farle, gli altri si mettono a fondo campo e parlano", ha detto Renzi alla scuola politica del Pd. "Nel 2013 - aggiunge Renzi - c'erano Bersani, Berlusconi e Grillo. Se si votasse oggi saremmo io, Salvini e probabilmente Di Maio. C'è un salto generazionale impressionante". "Io ho già rovesciato la clessidra: sono uno yogurt in scadenza - ha spiegato -, posso scadere tra sette mesi col referendum o tra due anni quando si voterà o tra sette anni dopo il secondo giro. Spero questa seconda".

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