Politica

Rai: Vigilia di Vigilanza segnata dai no, resta Campo Dall'Orto

Per oggi è convocata la Vigilanza per votare 7 dei 9 membri del Cda di competenza della Bicamerale

Antonio Campo Dall'Orto in una foto d'archivio

Redazione Ansa

E' caccia al nuovo presidente della Rai, qualcuno che riesca a mettere insieme i voti della maggioranza qualificata della Commissione di Vigilanza Rai. Una personalità indiscutibile, competente e di alto profilo. E in ticket pari opportunità - uomo-donna - con il direttore generale, che dopo il varo della riforma prenderà i super poteri di amministratore delegato. Come vorrebbe il presidente del Consiglio Matteo Renzi, fanno sapere fondi del Pd alla vigilia della settimana calda sul fronte Rai. E come dichiara di volere Forza Italia, con l'ex ministro Maurizio Gasparri che boccia il totonomine di questi giorni sui giornali. 

Lettera dei presidenti a M5s e Fi - I presidenti del Senato e della Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini, hanno inviato ai capigruppo di Fi e M5S una lettera per chiedere di rinunciare a un componente della Commissione di Vigilanza, in seguito alla richiesta di riequilibrio avanzata da Ap.

Ma la vigilia della riunione della Vigilanza è segnata dai no.

Si sarebbe però già sfilato Paolo Mieli, mentre resterebbe in corsa Marcello Sorgi. Del resto, Mieli era stato già indicato alla presidenza Rai nel 2003, e rinunciò con una lettera ai presidenti delle Camere dopo la designazione seguita dalla burrasca politica e non solo. Così come fece Giulio Malgara, nel 2005, dopo la designazione da parte del Ministero del Tesoro nella consapevolezza che non avrebbe raggiunto la maggioranza necessaria in Vigilanza. La storia insegna, è accaduto in passato che il presidente indicato poi venisse bocciato dalla bicamerale a cui spetta l'ultima parola.

Prima della partenza per il Giappone il premier ha visto Antonio Campo Dall'Orto, oggi riunioni in vista del voto. Domani alle 14 è convocata la Vigilanza per la votazione di sette dei nove membri del cda Rai di competenza della bicamerale. Solo dopo questo passaggio, il premier farà i nomi di direttore generale e presidente. La data prefissata è mercoledì, perché in quel giorno è in programma l'assemblea degli azionisti che recepirà la lista bloccata dei nove membri del consiglio (due, compreso il presidente, sono formalmente indicati dal Tesoro).

Poi toccherà al cda eleggere il presidente e giovedì ancora alla Vigilanza ratificare la nomina con voto dei terzi. Non è escluso però che si tenti di chiudere tutto già mercoledì, in base a quello che deciderà l'ufficio di presidenza della Vigilanza convocato per martedì dopo il voto.

 

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