Politica

Pd ai ferri corti, Orfini:'Incredibile minaccia vietnam contro il governo'. Opposizione: 'Stop ai pretoriani di Renzi'

Alta tensione sulle riforme in vista della direzione. Chiti-Migliavacca: "Lealtà non è fedeltà acritica"

Matteo Orfini in una foto d'archivio

Redazione Ansa

Renziani e minoranza Pd sempre più ai ferri corti. Il tema caldo resta quello delle riforme sul quale, secondo indiscrezioni di stampa, l'opposizione dem starebbe preparando un "vietnam" per il governo in Senato. Una posizione che il presidente del Pd, Matteo Orfini bolla come "incredibile". Ma a far capire che la minoranza non scherza scendono in campo i senatori Vannino Chiti e Maurizio Migliavacca che vanno all'attacco: "La lealtà non è fedeltà acritica".  Il tutto mentre si avvicina la direzione convocata dal premier Matteo Renzi per il 7 agosto.

"Che alcuni senatori del mio partito minaccino il 'vietnam parlamentare' contro il nostro governo a me pare incredibile. Ma forse sono strano io". Lo scrive su Twitter il presidente del Pd Matteo Orfini, con riferimento all'atteggiamento della minoranza Pd sulle riforme. 

"Si continua nel Pd su una china politicamente pericolosa. Prendendo a pretesto articoli o addirittura titoli anziché dichiarazioni, i soliti pretoriani dell'obbedire senza discutere si lanciano, nella solita successione preordinata, in polemiche prive di fondamento. Si inventano congiure, trappole, agguati". Lo affermano i senatori Pd Vannino Chiti e Maurizio Migliavacca. "E' grave che in questa schiera di volontari dell'intolleranza ci sia anche il presidente dell'Assemblea nazionale che avrebbe il dovere di garantire un pluralismo serio".

"Lealtà - attaccano - non è fedeltà acritica: su questo non siamo disposti ad accettare lezioni". "Nel Pd attuale c'è spazio per chi abbia posizioni diverse su riforma della Costituzione, scuola, lavoro e welfare oppure è un disturbo insopportabile, un delitto di lesa maestà?".

Serracchiani, Salvini e Grillo se noi a casa - "Si può anche mandare a casa questo governo ma bisogna avere chiaro in testa che l'alternativa si chiama Salvini e Grillo e accettare questo rischio". Lo ha detto questa sera la vice segretaria del Pd Debora Serracchiani al festival dell'Unità. "Chiedo a tutto il Pd, minoranza compresa, di respingere questo rischio - ha proseguito Serracchiani - Il Pd ha tutti i numeri per cambiare questo paese ma dobbiamo avere la capacità di trovare un senso".

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