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Pensioni: Padoan, rispetto Consulta ma non ha valutato costi

Renzi, sentenza osservata, ora lavoro insieme. Fi, intervenga Colle

Pier Carlo Padoan in una foto d'archivio

Redazione Ansa

La premessa è che nei confronti della Consulta c'è "il massimo rispetto", come afferma il premier Matteo Renzi. Ma con la sentenza che ha bocciato il blocco 2012-2013 della rivalutazione per le pensioni superiori a tre volte il minimo, la Corte costituzionale "non ha valutato il buco" che avrebbe creato nei conti pubblici, dice il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, in una intervista a Repubblica, rilevando che "in un dialogo di cooperazione tra organi dello stato indipendenti, come governo, Corte, ministri e Avvocatura sarebbe stata opportuna la massima condivisione dell'informazione", non "ovviamente" nella fase di formulazione della sentenza, "perché l'autonomia della Corte è intoccabile", sottolinea il ministro, ma se ha "un'implicazione di finanza pubblica deve esserci una valutazione dell'impatto". L'auspicio, dunque, che "in futuro l'interazione sia più fruttuosa". Dal vertice di Riga, il presidente del Consiglio sottolinea che "lavoriamo nel massimo rispetto e raccordo istituzionale: abbiamo rispettato la sentenza della Corte costituzionale e ora si tratta di lavorare insieme perché i segnali di ripresa, che ci sono, possano irrobustirsi".

La presa di posizione di Padoan provoca una dura reazione dalle opposizioni. Forza Italia chiede l'intervento del Quirinale. "È inaccettabile l'attacco del ministro Padoan alla Corte costituzionale. Inaccettabile ed eversivo", dice il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, sostenendo che "occorre che intervenga il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella". Padoan, dice ancora Brunetta, "chieda scusa o si dimetta". I deputati del Movimento 5 stelle arrivano a parlare di "bestemmia istituzionale" commentando le parole del titolare di via XX settembre. Al contrario, per il leader del Centro democratico Bruno Tabacci "sulla rivalutazione delle pensioni ha ragione il ministro dell'Economia, il giudizio della Corte non può essere asettico". Dal fronte sindacale, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, difende la Consulta: "Non è un ufficio del ministero dell'Economia e delle finanze. Ha il compito di valutare la coerenza delle leggi con la Carta" e, dunque, "una critica gliela si può rivolgere se si pensa che il suo pronunciamento sulla riforma Fornero non sia una interpretazione corretta della Costituzione".

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