Cronaca

Testimoni giustizia: Bubbico, presto riforma aiuti

Mercoledì in sit in a Palazzo Chigi per chiedere la pubblicazione del decreto su lavoro in P.A. ai testimoni

Un gruppo di testimoni di giustizia davanti al Viminale ANSA/CLAUDIO PERI

Redazione Ansa

"Non si dica che lo Stato non ha fatto nulla per i testimoni di giustizia: molti di loro hanno ricevuto la capitalizzazione", ovvero i fondi necessari per il loro reinserimento sociale e lavorativo. A sottolinearlo, è il viceministro dell'Interno, Filippo Bubbico, che aggiunge: "Una una Commissione di esperti sta concludendo il proprio lavoro e sta studiando e mettendo a punto una riforma con modalità alternative" per il mantenimento dei testimoni. "Vogliamo mettere a punto un disegno di legge - salvo che non si riesca ad agire con decreto ministeriale - per modificare il sistema degli aiuti". Il Viminale penserebbe ad un vitalizio per i testimoni. "Al momento assistiamo ad una sperequazione: i più capaci di difendere i propri diritti ottengono 100, chi è in buona fede e non fa nulla, ottiene molto meno", dice Bubbico.

Il lavoro della Commissione di esperti riguarda anche il varo di una Carta dei diritti dei testimoni di giustizia. Quanto al decreto per l'assunzione dei testimoni di giustizia nella pubblica amministrazione, motivo alla base della manifestazione dei testimoni di mercoledì prossimo, "è stato definito dopo una lunga fatica, conseguente alla concertazione con i vari ministeri e ad alcune imprecisioni contenute nella legge. E' stato firmato tempo fa dai ministri Alfano e Madia, trasmesso alla presidenza del Consiglio, ed è alla registrazione della Corte dei Conti. I tempi sono incomprimibili, coloro, tra cui anche i testimoni di giustizia, che hanno seguito passo passo il corso di questo provvedimento, lo sanno". 

La pubblicazione del decreto è comunque questione, presumibilmente, di poche settimane. "Evidentemente - ragiona il viceministro, riferendosi alla manifestazione prevista per il 4 febbraio a Roma - c'è chi vuole cavalcare un legittimo disagio per propri motivi. Purtroppo, varato il decreto e pubblicato, non diventa automatica l'assunzione da parte della Pa - avverte Bubbico - che può avvenire solo in presenza, tra le altre cose, di disponibilità di posti; stiamo lavorando perché gli enti pubblici siano sensibilizzati in tal senso". Infine, il taglio di 25 milioni nella disponibilità del Servizio Centrale di Protezione. "Il bilancio per i testimoni e i collaborati - afferma il viceministro - è fatto per cassa; non c'è nessun problema di risorse finanziarie, il taglio è solo virtuale, non incide sui flussi, testimoni e collaboratori ricevono e riceveranno regolarmente l' assegno mensile. L'assegnazione è per cassa e non per competenza e quindi i soldi mano a mano per servono vengono messi a disposizione. L'iscrizione al bilancio è solo per memoria perché l'andamento di cassa viene comunque coperto mano a mano che le esigenze si manifestano", assicura Bubbico.

Mercoledì in sit in a Palazzo Chigi - Un gruppo di testimoni di giustizia - cittadini che hanno scelto di denunciare intimidazioni, racket, estorsioni e che spesso hanno dovuto abbandonare la propria casa e il proprio lavoro per essere nascosti in località protette - mercoledì 4 febbraio sarà davanti a palazzo Chigi per un sit-in pacifico. Chiedono al Governo Renzi il decreto attuativo del provvedimento che prevede che loro, al pari delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, possano accedere ad un programma di assunzione in tutte le pubbliche amministrazioni, dello Stato e degli enti locali. "Viviamo anni di sofferenze e umiliazioni - raccontano alcuni di loro - e solo per aver denunciato, molti di noi vivono in condizioni al limite della dignità. La lotta alle mafie deve essere un atto concreto, non si possono abbandonare uomini e donne che hanno puntato il dito facendo condannare mafiosi e corrotti. Questa legge deve essere una priorità del Governo Renzi". Il sit-in, è stato annunciato, sarà ad oltranza. "Noi protesteremo con la compostezza e la dignità che ci ha sempre contraddistinto", concludono gli organizzatori. Non tutti i testimoni di giustizia (in Italia sono in questo momento 85) aderiscono però a questa iniziativa: l'associazione testimoni di giustizia, di cui è presidente Ignazio Cutrò, imprenditore edile siciliano e testimone di giustizia costretto nei giorni scorsi alla chiusura della propria azienda, per esempio, non vi prenderà parte. "Il decreto attuativo sappiamo che è pronto - spiega Cutrò - manca solo la pubblicazione, dunque non ha senso protestare. E' certamente un provvedimento che attendiamo da tempo e con speranza, ma siamo fiduciosi". 

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