Politica

Anno giudiziario: Santacroce, basta scontri tra pm

Concorrono a creare sfiducia dei cittadini nella magistratura

Redazione Ansa

Inaugurazione dell'anno giudiziario in Cassazione. Il primo presidente Giorgio Santacroce apre la relazione con un 'grazie' a Napolitano per i 9 anni di "impegno straordinario" come "autorevole e apprezzato" "custode delle istituzioni repubblicane" e della Costituzione, con l'augurio di "riprendere meritatamente la propria vita".

La magistratura dopo 'Mani pulite' ha iniziato "una parabola discendente", con la "disaffezione" dei cittadini per le "credenziali mortificanti" che esibisce, come i processi lumaca e il degrado delle carceri, ma a questa crisi di fiducia concorrono anche le "frequenti tensioni e polemiche" soprattutto tra pm e "forme di protagonismo, cadute di stile e improprie esposizioni mediatiche", sottolinea Santacroce riferendosi anche allo scontro Bruti-Robledo in atto alla Procura di Milano.

 "Il pericolo più grave è rappresentato, nell'attuale società globalizzata, dalla possibilità che la politica sia 'asservita' alle scelte economiche e che l'economia assurga al ruolo di guida delle decisioni politiche, innalzandosi a unico parametro dell'agire dell'uomo", sottolinea il Primo presidente della Cassazione. 

Per smaltire le cause arretrate e accelerare i processi "non sono sufficienti riforme a costo zero", servono "investimenti in risorse umane e strumentali",  sottolinea Santacroce. "Non si possono ottenere risultati migliori senza investimenti, considerato che tutte le misure organizzative finora adottate si sono rivelate insufficienti". Lavoriamo "sotto organico" e nonostante ciò la produttività delle toghe "è tra le più alte d'Europa".

Anche l'Italia, come è avvenuto nella "straordinaria manifestazione di popolo" di Parigi, dopo la "barbarie terroristica" di Charlie Hebdo, deve "difendere ed esaltare il patrimonio di libertà e diritti fondamentali che connota l'identità e la cultura dell'Europa". 

Sul sovraffollamento carcerario e i diritti dei detenuti, l'Italia è ancora sotto osservazione e a giugno è attesa una nuova pronuncia del Consiglio d'Europa: "tutti gli allarmi lanciati restano drammaticamente attuali", afferma il Primo presidente della Cassazione.
   

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