Politica

Santino Spinelli, ora emerge Ziganopoli

Artista rom, da anni denuncio la lottizzazione dei campi romani

Redazione Ansa

 '''Ziganopoli' è uno scandalo sulla pelle di povera gente costretta a vivere in modo indegno. Ci si meraviglia oggi ma sono decenni che lo denuncio. Siamo davanti ad un vero e proprio 'sistema' collaudato e condannato anche dall'Unione europea e si è scelto politicamente e, come emerge oggi, anche criminalmente di tenere in piedi per motivi di lucro'', dice in un'intervista all'ANSA Santino Spinelli, artista, musicista, scrittore, testimone della storia e della cultura rom. Mentre prepara un'importante concerto al teatro Argentina - ''i rom che entrano nel più importante teatro di Roma è una cosa storica'', dice - l'8 dicembre con il suo Alexian Group e l'Orchestra europea per la Pace per l'iniziativa Roma suona Rom - Spinelli si accalora e si indigna su quel che di marcio viene fuori sui campi nomadi a Roma.
    ''Sono uno scandalo razziale, un'organizzazione di segregazione di assoluto apartheid'', prosegue, ''fare il business su immigrati e rom, povere persone costrette a vivere in un modo infame è il peggiore dei commerci possibili, un crimine contro l'umanità''. Spinelli dice che sui campi romani, ''mantenuti in vita apposta per farci i soldi sopra, esiste da tempo una vera e propria lottizzazione, ossia una spartizione in lotti tra le associazioni che lucrano con l'appoggio di politici di riferimento. Io mi meraviglio che ci si meravigli e sono contento che questo sistema si sia scoperchiato''.
    Il sistema, come lo chiama Spinelli, alimentava esso stesso il pregiudizio e lo stereotipo, imponendo quella segregazione nei campi che è servita a fare business, ''anzichè favorire l'inclusione come accaduto in altre città dove i rom abitano nelle case e dove storicamente, Romania compresa, questo accade.
    Solo a Roma oltre 24 milioni di euro sono stati buttati per gli sgomberi. Quei soldi si sarebbero potuti usare per favorire l'integrazione. Ora però bisogna fare su Roma tabula rasa e cominciare a pensare onestamente alla popolazione rom fin qui discriminata''. Per uscire da questa situazione, la prima cosa da fare ''è superare il concetto dei campi nomadi che fanno comodo solo a chi, come si sta vedendo, ci ha campato sopra. E dialogare una volta tanto con i rom stessi, associazioni e federazioni che sono in grado di autorappresentarsi. Finora questo non è stato fatto, i politici e le istituzioni hanno preferito avere a che fare - oggi tutti possono capire il perchè - con associazioni e cooperative di pseudo-volontariato, nonostante la loro politica si sia dimostrata fallimentare negli ultimi 40 anni''. Non tutti gli operatori sono coinvolti, Spinelli cita non a caso l'associazione 21 luglio che per anni ha denunciato con i dati raccolti sul territorio, il business dei campi.
   

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