Politica

Napolitano-Padoan, avanti su linea Draghi ma cautela

Colle plaude a Governatore, ma servono conti in ordine e riforme

Il ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan

Redazione Ansa

Un esame completo della situazione economica italiana, delle coperture dei tanti provvedimenti in cantiere e, soprattutto, una attenta analisi delle parole "importanti" dette da Mario Draghi nell'incontro di Jackson Hole. L'Italia è sulla stessa linea del Governatore fanno sapere al termine del colloquio tra Giorgio Napolitano e Piercarlo Padoan.

Al Quirinale si guarda in queste ore con estrema attenzione alle dinamiche europee che rappresenteranno il vero valore aggiunto delle tante riforme che si stanno costruendo a palazzo Chigi. Soprattutto alla vigilia di un Consiglio europeo straordinario che seppur dedicato alle nomine non potrà che approfondire le discussioni tra il fronte dei rigoristi e quello di quanti, come l'Italia ricordano che il Patto di stabilità prevede anche la crescita.

Più che naturale quindi che dopo il lungo colloquio con il premier Renzi, in gran parte dedicato ai provvedimenti economici e alla riforma della Giustizia, il presidente abbia voluto parlare di persona con Padoan di politiche europee anche in vista del vertice informale dell'Ecofin che si svolgerà il prossimo 13 settembre a Milano. Grande attenzione è stata dedicata, si è appreso, ai dati sulla disoccupazione e alle ricette per creare nuovi posti di lavoro. Da sempre il capo dello Stato si spende per stimolare politiche europee di crescita e le dichiarazioni del Governatore della Bce sono state soppesate sul bilancino. Perfette per l'Italia, ma la traduzione pratica deve essere letta con cautela ed equilibrio.

Se i punti indicati da Draghi sono pienamente condivisibili (agire sulla domanda con la politica monetaria; con la politica di bilancio nell'ambito degli spazi disponibili e con una forte politica di rilancio degli investimenti), resta tutto in piedi il problema interno, cioè preparare e varare un'efficace e credibile strategia di riforme strutturali. A partire dal mercato del lavoro. Solo con un'operazione complessiva di restyling dell'immagine dell'Italia, attraverso una veloce sburocratizzazione dell'amministrazione, si potrà essere credibili in Europa. E tutto ciò è compito del Governo e non può essere posticipato in attesa di aperture da Bruxelles.

Quindi conti in ordine, nessuno sforamento del 3 per cento e tanta attenzione nella preparazione dei provvedimenti più delicati. Ecco perchè il Quirinale ha fatto sapere che l'incontro di oggi è servito per "uno scambio di vedute sulle prossime occasioni di chiarimento e di intesa a livello europeo (ad esempio in occasione della prossima seduta dell'Ecofin) per il rilancio della crescita dovunque in Europa".

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