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Diventa legge dl Cultura, Franceschini: "ora investire"

Fiducia in Senato con 159 sì. Preoccupa limite a soprintendenti

Dario Franceschini durante l'esame del ddl cultura ANSA/GIUSEPPE LAMI

Redazione Ansa

Con l'ok del Senato, arrivato con la fiducia, diventa legge il decreto cultura e turismo, il cosiddetto Art Bonus voluto dal ministro Franceschini. E tra le novità ci sono anche cose che già fanno discutere, come la commissione regionale di garanzia istituita all'interno del ministero, che fungerà come da corte d'appello per comuni e altri enti pubblici contro vincoli e pareri di soprintendenti.

In aula per perorare le sorti della sua legge (che verrà varata con 159 sì, 90 no e nessun astenuto) Franceschini assicura che il provvedimento "abbatte due barriere che per troppo tempo hanno monopolizzato il dibattito italiano: quella del rapporto tra pubblico e privato e quella della separazione tra la tutela e valorizzazione''. Finalmente anche in Italia, ''ci sono strumenti fiscali adeguati per sostenere la cultura e rilanciare il turismo''. Adesso però ''non ci sono più scuse - si appassiona- veniamo da anni di tagli, è arrivato il momento di investire''. E la nuova legge, aggiunge ringraziando deputati e senatori, ''è solo un primo passo di un disegno più ampio che faremo insieme in parlamento''.

Dal partito del premier e del ministro della cultura è un coro di applausi, con le senatrici Pd che parlano di ''decreto coraggiosamente concreto e innovativo'' e salutano con positività anche il finanziamento ai Carnevali, che è rimasto il tema di un ordine del giorno approvato dalla commissione cultura, ma che ha comunque raccolto le rassicurazioni di Franceschini pronto ad avvalersi, riferiscono, ''del fondo interdisciplinare'' per dare il giusto riconoscimento a manifestazioni nazionali come il Carnevale di Fano o quello di Viareggio. Il presidente della commissione cultura del Senato Andrea Marcucci, sottolinea che ''la cultura è tornata al centro dell'azione di governo ''E' un impegno mantenuto dal premier Renzi e dal ministro Franceschini'', dice l'ex sottosegretario ai beni culturali. La Lega, invece, non ci sta: "L'ennesimo provvedimento straordinario per Pompei dimostra che gli italiani sono un popolo di santi, poeti, navigatori, ma soprattutto di commissari - tuona in aula annunciando il voto contrario il senatore leghista Nunziante Consiglio - Viviamo di emergenze continue, ma il tempo per una soluzione definitiva non c'è: Renzi accelera per agevolare il percorso dell'inutile riforma costituzionale''. Critico sulla fiducia anche Piero Liuzzi di Forza Italia secondo cui ''la fiducia sul decreto legge cultura/turismo strozza il dibattito e non agevola il dialogo''.

E se da Federalberghi arriva un applauso per Franceschini al quale si riconosce ''un provvedimento che restituisce dignità al settore'' del turismo, qualche critica arriva invece dal mondo delle associazioni. L'archeologa Maria Pia Guermandi, consigliere nazionale di Italia Nostra e nei mesi passati componente della commissione istituita da Bray per la riforma del ministero, punta il dito sull'istituzione delle commissioni regionali che dovranno giudicare eventuali ricorsi di enti pubblici contro i pareri o i vincoli posti dai soprintendenti (inserita nel passaggio del testo alla Camera): ''è un ulteriore tassello che rende sempre meno efficiente il lavoro delle soprintendenze'', spiega ricordando che alla camera ''è stata fatta una battaglia per evitare che delle commissioni facessero parte anche membri esterni al Mibact). Ancora più critico, sempre sul punto delle commissioni 'giudica soprintendenze', il presidente del Comitato per la Bellezza Vittorio Emiliani, secondo cui la norma ''rappresenta il primo strutturale colpo di piccone, o di ruspa, all'edificio della tutela del paesaggio''.

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