Politica

Grillo contro Schulz, 'krapò fantoccio della Merkel'

Candidato Commissione aveva definito M5s 'venticello. La replica, in Ue 'saremo uragano, faremo il culo a tutti'

Beppe Grillo, foto d'archivio

Redazione Ansa

"Andremo in Europa a fare un culo così a tutti, andremo lì con dei candidati scelti online. Non è mai successo una cosa del genere nella storia. E Schulz? Viene a dirmi che sembro Stalin? Questo fantoccio messo lì dalla Merkel come si permette? Lui non è un kapo, è un crapò, un crapone. Gli accordi con Stalin gli ha fatti la Germania, se lo ricordi". E' un Beppe Grillo a tutto campo quello intervento a Padova per sostenere il suo candidato sindaco, par parlare di elezioni europee e per rilanciare l'ormai 'consueta' polemica con il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Ma soprattutto per rispondere a Schulz che aveva definito il M5S un "venticello". "Noi - assicura Grillo - saremo invece un uragano...".

Grande spazio lo riserva alle tematiche legate alla sua idea di Europa, non più delle banche, né di un "Parlamento europeo ormai esautorato". "Noi abbiamo già organizzato un referendum che proporremo dopo le elezioni - spiega - per chiedere ai cittadini se stare dentro l'euro o uscire. E vorrei ricordare che ci sono ben 9 Paesi che sono in Europa senza avere l'euro". Quasi una standing ovation quando Grillo sale sul palco di un PalaGeox tutto esaurito (circa 2500 posti a sedere). In apertura rivolge una battuta a Papa Francesco, a suo dire, 'colpevole' di "aver copiato il programma" dei 5 Stelle, perché, assicura, "siamo dei francescani anche noi".

Immancabile la polemica con il presidente del Consiglio Matteo Renzi definito ancora una volta "l'ebetino di Firenze". "Lo vedi già dalla faccia - dice Grillo - tutti abbiamo avuto un ebetino così a scuola che appena parlava andavi a dargli uno schiaffo. Cos'è? Non ce la facciamo più a distinguere la faccia di un bambino da quella di un uomo?". Poi l'annuncio di un esposto che sarà presentato alla Procura in merito ad un'operazione di fusione tra la municipalizzata padovana e la bolognese AcegasAps e Hera, proposta dall'allora sindaco Flavio Zanonato: "La svendita di una cosa pubblica che gli ha garantito, poco dopo, la sua elezione a ministro". "E adesso denunciateci pure - è la sfida - ma ricordatevi che abbiamo i migliori avvocati d'Italia". "E' fallito il comunismo, è fallito il capitalismo di rapina; ora dobbiamo avere un piano 'B' - continua - ora la politica deve creare l'onesto perché l'onesto teme che gli controllino il bollo della Panda di otto anni fa, mentre il disonesto è preparato. Dobbiamo abolire l'Agenzia delle Entrate e darla in mano ai cittadini". Una strizzata d'occhio alla fine anche a 'secessionisti' ed 'indipendentisti'. "E' chiaro che parlate di secessione qui in Veneto, nessuno ci vuole stare in uno Stato così - prosegue - non sono secessionista, ma noi dobbiamo entrare dentro e migliorare lo Stato. Noi andremo in Europa perché abbiamo un debito che non ci dà sopravvivenza: la metà del nostro debito è in mano alle banche straniere. E se vogliono quei soldi ci devono ascoltare". A concludere il suo intervento un venetissimo "va ben, va ben, andate in mona...".   

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