Nord America

Pence a Monaco:'America ora guida mondo'

Poi insiste su 2% spesa per Paesi membri Nato

Il vicepresidente Usa, Mike Pence, e la cancelliera tedesca, Angela Merkel, alla 55/ma Conferenza sulla sicurezza a Monaco di Baviera

Redazione Ansa

Lo scontro con Mike Pence le porta l'ovazione della sala: mai accaduto prima a Monaco. Alla Conferenza di Sicurezza, Angela Merkel ha scelto infatti la linea dura, stavolta, e ha contrattaccato gli Usa di Donald Trump, affrontando la politica dei dazi e l'accordo iraniano, e tenendo un discorso da vera paladina del multilateralismo. La Cina, almeno in materia, è parsa assai più vicina. "Non si possono distruggere le strutture internazionali", e al "great puzzle" proposto da Wolfgang Ischinger come tema del suo panel, la cancelliera reagisce: "la risposta è: solo insieme". Applauso entusiasta, e in tanti si alzano in piedi. Il vicepresidente Usa, dal canto suo, non si muove di un centimetro: incalza l'Europa su Teheran, "è il momento di stare dalla nostra parte". Insiste sul 2% del Pil da investire nella Nato. E chiede il riconoscimento di Guaidó come unico presidente venezuelano. 

 I due interventi brillano per differenza. Merkel ha ribadito l'importanza della Nato: "dobbiamo pensare in strutture in rete. La componente militare è una di queste. Abbiamo bisogno della Nato come ancora di stabilità e comunità di valori". Le risorse sono state aumentate molto in questi anni, bisogna vedere come vanno spese, ragiona. Poi difende a spada tratta la produzione europea, annunciando che il ministro del Commercio Usa classifica le auto d'Europa come un pericolo per la sicurezza nazionale. "Noi siamo orgogliosi delle nostre auto, e questo deve esser consentito. Se adesso queste auto, che vengono prodotte in South Carolina non vengono considerate meno minacciose di quelle che vengono prodotte in Baviera, e sono all'improvviso una minaccia della sicurezza nazionale degli Stai Uniti, questo ci spaventa". Anche sull'Iran, Merkel è chiara: "la questione mi affligge", esordisce. "Aiuta davvero uscire dall'unico accordo che esiste con l'Iran, o non è meglio mantenere l'unica àncora che esiste?". E poi: "È positivo lasciare subito la Siria da parte degli americani o non e significa questo dare maggiori possibilità a Iran e Russia di assumere influenza. Anche di questo dobbiamo parlare". Sul rapporto con Mosca, un altro affondo: "nessuno vuole dipendere dalla Russia, ma questa resta un partner". Non è interesse strategico dell'Europa chiudere il dialogo, e lasciare tutto lo spazio alla Cina. Quindi invita Pechino - che nega ogni interesse a riguardo - a partecipare a un accordo allargato sulle armi nucleari, alla luce dei rischi dell'Inf. Pence parla un'altra lingua. Qualche analista nota che ha parlato per il pubblico a casa: "L'America è più forte che mai prima. E guida il mondo una volta di più". Ed è merito di Trump se "oggi il doppio degli Stati Nato dedica il 2% del Pil alla Difesa". Anche gli altri devono farlo, ribadisce Washington. Il vicepresidente torna anche sulle accuse all'Iran: "caldeggiano un olocausto e cercano di arrivarci. È arrivato il momento che l'Europa sia dalla nostra parte". Gli risponderà Zarif, a stretto giro, dallo Spiegel, "accuse ridicole". E c'è anche un richiamo su Nord Stream 2, diretto ovviamente alla Germania: "non possiamo garantire la sicurezza dell'occidente se gli alleati diventano dipendenti dall'est", dice Pence.

   

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