Nord America

Star del basket Usa contro Trump. E lui ritira invito alla Casa Bianca

James: 'Andarci era un onore prima che arrivasse lei'

Stephen Curry

Redazione Ansa

L'ira di Donald Trump si abbatte sui campioni 'ribelli' dello sport americano. Quelli che sempre più numerosi mostrano insofferenza verso una Casa Bianca in cui non si riconoscono. Ed è guerra totale con alcune delle star più acclamate del basket - mostri sacri come Stephen Curry o LeBron James - e con la lega professionistica del football americano, la Nfl. Una situazione senza precedenti. Ancora una volta il presidente utilizza Twitter per lanciare i suoi strali, incurante di attaccare personaggi popolarissimi. Del resto lo aveva già fatto con le tante stelle di Hollywood e del mondo dello spettacolo 'innamorate' di Barack Obama e che alle presidenziali avevano sostenuto Hillary Clinton.

Il tycoon se la prende con la star assoluta del basket americano, Stephen Curry, ritirandogli ufficialmente l'invito alla Casa Bianca. Curry, considerato il più grande realizzatore della storia della Nba, aveva osato annunciare il suo forfait alla visita che la squadra campione dei Warriors di San Francisco si appresta a fare a Pennsylvania Avenue. "Andare alla Casa Bianca è considerato un grande onore - tuona Trump - e Stephen Curry sta esitando. Perciò l'invito è ritirato! Non pensi poi di presentarsi". Difficile del resto che il giocatore ci ripensi: "Le mie idee e le mie convinzioni rimangono sempre le stesse", assicura. E in sua difesa scende in campo anche l'amico rivale dei Cavaliers di Cleveland LeBron James, che su Twitter definisce Trump "un fannullone": "Andare alla Casa Bianca era un onore prima che arrivasse lei".

 

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