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Argentina: Chaco, natura e l'Italia protagonisti a Baires

Una mostra e un convegno promossi da Farnesina e ong Museo Verde

Redazione Ansa

(ANSA) - BUENOS AIRES, 23 GIU - Sulla scia dell'inaugurazione ieri della mostra 'Il Chaco di ieri e di oggi - Sulle tracce di Guido Boggiani', promossa dalla ong Museo Verde e dalla Farnesina, si tiene oggi presso l'Università nazionale di Buenos Aires (Uba) una 'Giornata di studio: esplorazioni ed emigrazioni italiane nel Chaco'.
    L'iniziativa si propone di riportare alla luce il contributo determinante di migliaia di emigrati italiani che nella seconda metà del 19/o secolo giunsero in un Paraguay stremato e sterminato dalla Guerra della Triplice Alleanza, per permettergli di ricostruirsi e rinascere.
    Interverranno durante la Giornata Chiara Scardozzi, dell'Università La Sapienza di Roma, Pablo Wright, della Uba, Claudio Zin, direttore del Centro Italo-Argentino di Studi superiori, Gherardo La Francesca e Riccardo Tiddi, della ong Museo Verde.
    Inaugurando ieri la mostra su Boggiani nel Centro culturale Kirchner (Cck) della capitale argentina, l'ambasciatore d'Italia, Fabrizio Lucentini, ha confermato che "molti italiani nell'Ottocento hanno contribuito a diffondere la cultura d'Italia, e Boggiani è stato uno di loro", "Boggiani ha anche contribuito con le sue foto a mostrare il Chaco, una regione poco conosciuta", ha concluso Lucentini celebrando la mostra che, con le sue foto di ieri e di oggi, mette in rilievo una regione che attualmente richiede "sostenibilità per proteggere la sua ricchezza".
    E proprio questo è l'obiettivo della ong Museo Verde e del curatore della mostra, La Francesca.
    In dichiarazioni all'ANSA. l'ex ambasciatore a Brasilia e curatore della mostra si è detto convinto che "le idee di Boggiani, uomo dell'800 e morto 121 anni fa, siano tuttavia estremamente attuali".
    Il nostro atteggiamento oggi nei confronti delle foreste del Chaco, ha osservato La Francesca, "è sostanzialmente quello che si poteva avere ai tempi di Boggiani".
    Ma nelle sue esplorazioni, ha aggiunto, "il nostro personaggio, pittore, fotografo ed etnologo, ha già allora dato valore al binomio natura-cultura indigena come un fattore di sviluppo potenzialmente importante, capace di dare la possibilità di individuare soluzioni alternative a quelle predatorie, selvagge, ancora in uso", per il bene delle comunità locali. (ANSA).
   

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