Medio Oriente

Rogo del Corano: irruzione di manifestanti nell'ambasciata svedese a Baghdad

Il presidente turco Erdogan: 'Insultare i musulmani non è libertà di pensiero'

La manifestazione a Stoccolma in cui è avvenuto il rogo del Corano

Redazione Ansa

Alcune decine di manifestanti iracheni sono riusciti a entrare nell'ambasciata svedese a Baghdad per protestare per il vilipendio del Corano in Svezia. I dimostranti, sostenitori del leader sciita iracheno Moqtada al-Sadr, sono rimasti per circa un quarto d'ora nella rappresentanza diplomatica svedese per poi uscire con calma all'arrivo della polizia.

Durante la manifestazione davanti all'ambasciata svedese a Baghdad, sono stati distribuiti volantini con la scritta sia in inglese che arabo: "La nostra Costituzione è il Corano. Il nostro leader Al-Sadr". I manifestanti hanno anche bruciato delle bandiere arcobaleno, simbolo della comunità LGBT+, in risposta a un appello del leader sciita iracheno Moqtada Sadr che in un tweet ha definito questo "il modo migliore per provocare" coloro che sostengono o difendono il rogo del Corano. Sul cancello dell'ambasciata hanno scritto con della vernice spray "sì, sì al Corano".

La presa di posizione di Erdogan
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha condannato la Svezia per aver permesso a un manifestante di bruciare alcune pagine del Corano. "Alla fine insegneremo agli arroganti occidentali che insultare i musulmani non è libertà di pensiero", ha detto Erdogan in un intervento televisivo, aggiungendo di aver condannato l'incidente "nei termini più forti possibili".

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