(ANSA) - ROMA, 23 APR - La missione del Brunei presso l'Ue ha
scritto, otto giorni fa, una lettera ai parlamentari europei per
difendere la sua legge contro i gay e gli adulteri. Il codice
penale entrato in vigore da poco nel sultanato e basato sulla
Sharia prevede infatti la lapidazione a morte contro omosessuali
e fedifraghi e l'amputazione di arti per i ladri, siano essi
adulti o bambini. Nelle missiva il sultanato prova a spiegare
che la criminalizzazione dell'omosessualità e dell'adulterio è
stata introdotta per "la santità dei lignaggi familiari e del
matrimonio". Le pene, prosegue la lettera non saranno applicato
a chi non è musulmano e "la più dura delle punizioni, vale a
dire la lapidazioni, sarà applicata raramente perchè servono due
forti testimonianze per l'incriminazione". Una giustificazione
quantomeno bizzarra che non sembra aver convinto l'Eurocamera. I
parlamentari europei hanno infatti sollecitato le autorità del
Brunei a revocare immediatamente il codice penale e ad attenersi
al diritto internazionale.
Brunei difende a Pe sua legge anti-gay
'Non ci saranno molte lapidazioni, tutela sacralità famiglia'