Medio Oriente

Usa: 90% dei raid della Russia in Siria non hanno colpito Isis

Clima tesissimo tra Washington e Mosca. Putin lancia missili dal Caspio

Mosca lancia missili dal Caspio

Redazione Ansa

Dopo l'aviazione, la marina. Nel giorno del suo 63esimo compleanno, Putin sferra un attacco a sorpresa in Siria con 26 missili lanciati ad una distanza di 1500 km dalla flotta russa del Mar Caspio, annunciando il successo in tv prima di scendere in campo per un'altra sfida trasmessa in diretta dopo le immagini degli strike: una partita a hockey con le vecchie glorie e il ministro della Difesa, Serghiei Shoigu, vinta 15 a 10, con ben 7 reti messe a segno dal presidente. Una dimostrazione di muscoli, ma anche di irriverente tranquillità verso le polemiche che in Occidente continuano ad accompagnare l'operazione russa in Siria, a partire dall'accusa di colpire pure i ribelli dell'opposizione 'moderata', oggetto della nuova offensiva di terra lanciata da Damasco nelle regioni centrali del Paese (nella provincia di Hama) con la copertura dei raid russi. Le forze governative hanno lanciato attacchi su varie direttrici, in particolare verso le aree di Atshan, Al Sayad e Latmin. Gli Usa restano irritatissimi. Il segretario della Difesa americana Ashton Carter ha ribadito da Roma che gli Stati Uniti "non sono pronti a collaborare con la Russia se continua a perseguire una strategia errata", ossia quella di colpire obiettivi non Isis, anche se restano interessati a discutere le regole di sicurezza per i loro piloti. "Ma finora non c'è stata alcuna richiesta formale di collaborazione da parte dei russi", ha sottolineato. "Se Mosca vuole contribuire alla coalizione anti-Isis in maniera costruttiva ben venga, ma se continuerà agendo unilateralmente non c'è spazio per il dialogo", ha confermato il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest. Mentre il Pentagono ha fatto sapere che almeno un velivolo militare americano ha dovuto modificare la propria rotta mentre sorvolava la Siria per evitare di avvicinarsi in maniera troppo pericolosa ad un jet russo. Mosca replica che si tratta solo di concordare alcuni "dettagli tecnici" e ribalta le accuse: "Le forze aeree Usa e di altri Paesi hanno effettuato attacchi per un anno, abbiamo motivo di credere che non sempre, o meglio, molto spesso abbiamo attaccato obiettivi diversi da quelli terroristici", ha dichiarato Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russo, alludendo a bersagli legati al regime di Assad.

Usa, 90% raid Russia non hanno colpito Isis - "Oltre il 90% dei bombardamenti russi in Siria non sono contro i jihadisti dello stato islamico o di al Qaida, ma contro gli oppositori di Assad": lo afferma il portavoce del Dipartimento di stato americano, John Kirby.

Mosca, colpiti in totale 112 obiettivi Isis - Dall'inizio dell'operazione militare russa in Siria sono stati colpiti "112 obiettivi dell'Isis". Lo ha detto il ministro della Difesa russo, Serghiei Shoigu, citato dall'agenzia Tass.

E la Russia è pronta a stabilire contatti con i leader dell'esercito libero siriano (Esl, in opposizione ad Assad, ndr) per discutere il loro coinvolgimento in un processo politico per la soluzione della crisi siriana e a dare il proprio contributo attraverso il ministero della Difesa per unire gli sforzi delle forze armate siriane e dello stesso esercito libero siriano nella lotta contro l'Isis. Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, in un documento pubblicato sul sito del ministero.

Governo assicura ok Camere,ma tempi non imminenti  - L'Italia si tiene alla larga dallo scontro tra Russia e Usa sugli attacchi in Siria ma è pronta ad assumersi le sue responsabilità in Iraq se e quando arriverà una richiesta specifica degli alleati della coalizione impegnata contro lo Stato Islamico. Il governo conferma la linea rispetto alla partecipazione ai bombardamenti in Iraq e garantisce che il Parlamento sarà coinvolto in ogni decisione che comunque, spiegano fonti di maggioranza, non sarà imminente. Oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha incontrato, insieme al ministro Roberta Pinotti, il segretario alla Difesa Usa Aston Carter nel quale non si è parlato solo dell'Iraq ma anzi sono stati presi in esame tutti i teatri di guerra, dalla Siria alla Libia all'Afghanistan. Oggi il ministro della Difesa italiano Roberta Pinotti, nella conferenza stampa insieme a Carter, ha confermato che "non c'è ancora un orientamento preso dal governo" ma ha ricordato che l'Italia ha già deciso "con i nostri alleati di contrastare con forza il Daesh ed è questo il punto". Una revisione dei caveat dell'impegno italiano, però, ha precisato Pinotti, non ha nulla a che vedere con un'eventuale leadership italiana nel caso in cui si decidesse una missione internazionale in Libia. "Le due cose non sono connesse - ha chiarito - quello che e' deciso dal Governo e' far parte in maniera forte di una coalizione contro l'Isis". Dopo l'audizione di ieri dei ministri Esteri e Difesa al Senato, oggi sia i ministri sia i leader della maggioranza assicurano che il Parlamento sarà coinvolto se si decidesse di bombardare in Iraq.

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