Medio Oriente

Isis pubblica foto del pilota giordano catturato

L'uomo indossa una maglia arancione

Il pilota giordano prigioniero dell'Isis

Redazione Ansa

E' apparso vivo ma solo in una foto pubblicata su una rivista dello Stato islamico (Isis), Muadh Kassasbe, il pilota giordano della Coalizione guidata dagli Usa, catturato una settimana fa dai jihadisti nel nord della Siria. Mentre non si hanno notizie di un secondo pilota dell'alleanza internazionale che l'Isis afferma di aver fatto prigioniero ieri in Iraq dopo aver abbattuto il suo caccia a nord di Baghdad. Da Mosca sono intanto giunte notizie incoraggianti circa l'avvio di un difficile percorso verso una soluzione politica alla mattanza siriana.

L'inviato speciale Onu Staffan De Mistura è stato invitato dalla Russia all'incontro preparatorio tra regime e opposizioni previsto per la fine di gennaio. Parlando alla rivista 'Dabiq' dell'Isis, Kassasbe si è identificato con tutte le generalità e ha confermato la versione riferita il 24 dicembre scorso dai jihadisti circa l'abbattimento del caccia ma finora smentita da Usa e Giordania. "Un missile a guida infrarossa ha colpito il motore del mio F16 e mi sono gettato col paracadute", afferma nell'intervista corredata da un primo piano di Kassasbe con indosso una maglia arancione, tipica dei prigionieri dell'Isis e che rievoca le divise dei detenuti, presunti qaedisti, di Guantanamo.

"In missione con me c'erano anche un F16 saudita, uno degli Emirati e uno marocchino". Sulla questione siriana, l'ufficio di De Mistura ha oggi accolto con favore l'invito e l'iniziativa russa. Le autorità di Damasco avevano nei giorni scorsi dato la loro formale approvazione a quello che è stato definito un "incontro preparatorio". Parallelamente, le opposizioni siriane in esilio e in patria da giorni sono riunite al Cairo per cercare di trovare una visione comune in vista, proprio, del tavolo negoziale russo.

Questo, esattamente un anno dopo dall'annunciato fallimento dei colloqui mediati in Svizzera dall'ex inviato Onu Lakhdar Brahimi. Sul terreno, in Iraq le forze governative irachene e le milizie sciite alleate hanno riconquistato oggi Dhuluiya una cittadina a nord di Baghdad sulla linea del fronte con l'Isis e che era stata più volte conquistata dai jihadisti e in seguito liberata dalle truppe di Baghdad. In Siria, è invece continuato per il quarto giorno consecutivo lo sciopero della fame di centinaia di disperati detenuti politici rinchiusi dal regime nel carcere di Homs.

Lo sciopero è in corso per denunciare la lunga detenzione, per lo più senza accuse né condanne formali, abusi e torture. Dal 2011 a oggi, secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), sono oltre 200mila i prigionieri di coscienza arrestati dal regime con l'inizio delle proteste pacifiche scoppiate circa quattro anni fa e le conseguenti violenze. Tra i detenuti politici, circa 12mila sono morti in carcere per le torture e le pessime condizioni sanitarie e alimentari.

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