Medio Oriente

Isis: Erdogan, ostaggi turchi liberati senza riscatto

'Vittoria della diplomazia, non si è trattato di soldi'

Redazione Ansa

I 46 ostaggi turchi rapiti dall'Isis a Mosul, nel nord dell'Iraq, e per 100 giorni nella mani dei jihadisti, sono stati liberati senza pagare un riscatto, ma grazie a "trattative diplomatiche". "Lo ha spiegato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, parlando di una "operazione segreta" dei servizi segreti turchi. E' stata la vittoria della diplomazia, non è stata una questione di soldi", ha detto Erdogan ai giornalisti.

Anche una fonte degli 007 turchi, citata dal quotidiano di Ankara Hurriyet online, ieri ha sostenuto che per il rilascio degli ostaggi non è stato pagato riscatto, né c'è stato scambio di prigionieri, ma è stata un'operazione del dipartimento operazioni esterne del National Intelligence Organization (Mit) turca. Nell'operazione, ha aggiunto la stessa fonte, non sono stati coinvolti servizi stranieri.
Sempre secondo la fonte del giornale, i sequestratori avrebbero costretto gli ostaggi a cambiare posizione almeno sette volte. Ci sarebbero state almeno cinque possibilità di liberarli, aggiunge, ma l'escalation degli scontri in Iraq ha impedito agli 007 di intervenire prima. L'ultima operazione di intelligence è cominciata pochi giorni fa, mentre gli ostaggi erano tenuti nelle vicinanze di Mosul, e si è conclusa la notte scorsa. La Turchia si è rifiutata la scorsa settimana di partecipare alle operazioni militari lanciate dalla coalizione anti-Isis riunita dagli Stati Uniti, spiegandolo soprattutto con la volontà di proteggere la vita dei suoi ostaggi.

Console turco sequestrato, mai perduta la speranza 
"Non ho mai perduto la speranza". Lo ha detto il console generale turco a Mosul, Ozturk Yilmaz, liberato nella notte dagli 007 turchi dopo essere stato rapito con la moglie e altre decine di ostaggi (tra cui dei bambini, figli di diplomatici) l'11 giugno in Iraq dai jihadisti dell'Isis. Gli ostaggi sono rientrati ad Ankara dalla città meridionale di Sanliurfa in aereo con il premier Ahmet Davutoglu e sono stati accolti dalle loro famiglie e centinaia di sostenitori del partito Akp del presidente Recep Tayipp Erdogan. "Sono degli eroi, come coloro che li hanno riportati in Turchia", ha detto il premier dal tetto di un autobus circondato da alcuni degli ex ostaggi, rendendo omaggio alle "forze di sicurezza che hanno lavorato per consentire la loro liberazione". Le autorità turche hanno fornito pochi dettagli sull'operazione del servizio di intelligence Mit. Il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu ha riferito alla tv Haberturk che gli ostaggi sono rientrati in Turchia passando per la Siria.

   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it