Medio Oriente

Papa Francesco invia suo cardinale in Iraq: "pregare per cristiani"

Filoni, ex nunzio a Baghdad: "porterò sua vicinanza e solidarietà"

Il profilo Twitter di Papa Francesco

Redazione Ansa

Nei giorni che precedono il suo viaggio in Corea, per la quale partirà mercoledì 13 agosto, l'attenzione angosciata di papa Francesco è assorbita dalla tragedia dei cristiani iracheni, con gli oltre centomila in fuga dalle loro case, spogliati di ogni loro avere, nel nord del Paese sotto l'avanzata degli estremisti del "Califfato islamico".

    Dopo l'appello alla comunità internazionale a porre fine al "dramma umanitario in atto", a proteggere le vittime delle violenze, ad assicurare gli aiuti ai tanti sfollati, oggi il Papa - nel tambureggiare degli eventi e mentre sono cominciati i raid Usa contro i miliziani jihadisti dello Stato islamico (Isis) - ha preso un'altra iniziativa: "alla luce della grave situazione in Iraq", ha nominato il cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, suo inviato personale nel Paese "per esprimete la sua vicinanza spirituale alle popolazioni che soffrono e portare loro la solidarietà della Chiesa".

    Quanto l'esplosiva situazione in Iraq, il "rischio di genocidio" - così l'ha definito il patriarca caldeo Louis Sako - che riguarda i cristiani, stiano a cuore al Pontefice è testimoniato oggi anche da due suoi tweet. "Chiedo a tutti gli uomini di buona volontà di unirsi alle mie preghiere per i cristiani iracheni e per tutte le comunità perseguitate", ha scritto. E ancora: "Vi prego di dedicare un momento oggi alla preghiera per tutti coloro che sono costretti a lasciare la loro casa in Iraq", ha detto in un secondo messaggio, riprendendo anche l'hashtag #prayforpeace, usato nel settembre scorso per la giornata di preghiera per la Siria e in momenti successivi.

    La missione di Filoni, che dovrebbe raggiungere il Kurdistan iracheno, la regione più 'calda' e dove è in atto l'emergenza che riguarda i profughi cristiani, è ora in preparazione: avverrà nei prossimi giorni, tanto che il prefetto dell'ex Propaganda Fide non andrà con il Papa in Corea, anche se non sono stati indicati la data né l'itinerario. Dovrebbe portare con sé anche dei primi aiuti finanziari. "Il cardinale Filoni - ha detto il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi - è certamente la persona più indicata come inviato del Papa in questa situazione e in quell'area, perché, come ricordiamo, è stato nunzio in Iraq e Giordania per ben sei anni: negli ultimi anni del regime di Saddam Hussein, per tutta la durata della guerra e anche nei primi anni successivi. Durante la guerra, egli restò, fedelmente e coraggiosamente,a Baghdad nonostante i bombardamenti e fu praticamente l'unico diplomatico straniero a rimanere per tutta la durata della guerra in quella situazione": "una persona coraggiosa, che ha dimostrato il suo amore per le popolazioni dell'Iraq e della regione, con grande dedizione, può conoscere le situazioni e partecipare profondamente ai problemi e alle sofferenze di queste popolazioni", ha aggiunto Lombardi.
   
    "Io prima di tutto cercherò di portare la solidarietà e la vicinanza nella preghiera, anche fattivamente", ha detto a sua volta Filoni, sottolineando "la sollecitudine del Papa verso la situazione di questi cristiani, che in questo momento sono in sofferenza: quella di aver lasciato la casa e di vedere le loro radici tagliate, dei essere stati anche umiliati, lasciando le loro case così come erano e cercando rifugio altrove". Filoni ha spiegato anche che la popolazione cristiana irachena è stata già costretta in passato "a migrazioni e anche a sofferenze indicibili", e ha detto di comprendere anche l'espressione del patriarca Sako, che ha parlato di "rischio di genocidio".

    Mentre anche il cardinale Leonardo Sandri, prefetto per le Chiese orientali, in merito quanto accade nella Piana di Ninive e nelle zone circostanti parla di "atti contro Dio e contro ogni senso di umanità", la missione di Filoni non è l'unica iniziativa decisa dalla Santa Sede. Tutti i nunzi della regione, ha fatto sapere Lombardi, sono stati incaricati di far presente l'appello del Papa di ieri sulla situazione in Iraq sia alle autorità politiche e civili sia alle Chiese locali. Inoltre, "è allo studio un progetto di incontro qui a Roma tra i nunzi della regione e il Santo Padre per studiare la situazione, scambiare idee e possibili iniziative e manifestare - anche in questo modo - la vicinanza del Papa e della Chiesa universale ai problemi che sono in corso. Questo tipo di incontro, probabilmente, avrà luogo a settembre", ha indicato il portavoce vaticano.
   

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