Europa

Gb: debacle Tory a elezioni suppletive, opposizioni esultano

Labour confida che il partito di Johnson 'stia implodendo'

Redazione Ansa

(ANSA) - LONDRA, 24 GIU - Sono d'esultanza le reazioni delle forze di opposizione britanniche di fronte ai risultati rovinosi del Partito Conservatore del premier Boris Johnson nelle due elezioni suppletive svoltesi ieri in altrettanti collegi dell' Inghilterra, quello di Wakefield e quello di Tiverton e Honiton: ultimi di una serie di rovesci elettorali di medio termine che hanno già prodotto le dimissioni di Oliver Dowden, ministro senza portafogli e responsabile della macchina organizzativa Tory dal 2021 in veste di presidente del partito.
    I due collegi in palio sono stati entrambi perduti dai candidati Tory, secondo le previsioni, a beneficio del Labour e dei Liberal-democratici. Ma con uno swing, un travaso di voti, ancor più pesante delle attese. Secondo il leader laburista, Keir Starmer, "il voto conferma che il Paese ha perso fiducia" nel primo ministro e che il partito di BoJo "sta implodendo".
    Mentre per Ed Davey, numero uno dei LibDem, si tratta di una sveglia indirizzata agli stessi deputati Tory i quali, alla luce del Partygate e di altri passi falsi imputati al governo, dovrebbero a suo dire "fare finalmente la cosa giusta e silurare" la leadership di Boris Johnson.
    A Wakefield, collegio dell'ex 'muro rosso' dell'Inghilterra settentrionale strappato al Labour per la prima volta dal 1932 in occasione del trionfo elettorale nazionale di BoJo del dicembre 2019, il candidato laburista Simon Lightwood è tornato a prevalere non tanto grazie al recupero di voti del suo partito, quanto grazie al crollo di 17 punti dei Tories. Mentre a Tiverton e Honiton, circoscrizione benestante e pro Brexit dell'Inghilterra del sud creata negli anni '90, ma inserita un territorio controllato dai conservatori da oltre un secolo, i liberaldemocratici centristi sono avanzati di oltre 20 punti percentuali col loro candidato Richard Foord; contro il meno 30% fatto segnare dalla conservatrice Helen Hurford. (ANSA).
   

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