Europa

Caso Benalla, 'violata sicurezza Macron'

Commissione inchiesta Senato accusa, 'falsa testimonianza'

Redazione Ansa

Diventa un affare di Stato il caso Benalla, il consigliere vicinissimo a Macron ormai nel cuore di una tormenta giudiziaria. Accuse, false testimonianze, clamorose imprudenze si accavallano ora dopo ora in questo 'feuilleton', mentre la commissione d'inchiesta del Senato ha emesso il suo responso: "gravi disfunzioni nei servizi dello Stato" che hanno "messo in pericolo" la sicurezza del presidente e "gli interessi" del Paese.

Per il Palazzo, ha reagito subito il portavoce del governo, Benjamin Griveaux, denunciando "molte controversie" nel rapporto dei senatori e anticipando che "l'Eliseo avrà occasione di fornire risposte fattuali".

Il caso Benalla, nato dal video diffuso da Le Monde lo scorso luglio in cui si vedeva l'allora consigliere di Macron con l'elmetto della polizia manganellare uno studente che manifestava, è diventato ormai tentacolare. Da quel caso inspiegabile di un altissimo funzionario dello Stato che, a tempo libero, affiancava i poliziotti, si è passati a false testimonianze, armi e passaporti scomparsi, contratti privati negoziati da funzionari pubblici, in una confusione di ruoli e di rapporti che rende il caso esplosivo: "non c'è 'un' caso Benalla - ha dichiarato il relatore della commissione, senatore Philippe Bas - c'è un caso della Contrescarpe (la piazzetta in cui fu filmato Benalla in assetto da poliziotto, ndr), un caso del porto d'armi irregolare, un caso dei contratti russi, un caso dei passaporti diplomatici, uno dell'inserimento di un incaricato di missione nel buon funzionamento della sicurezza presidenziale".

L'ex consigliere di Macron, intanto, ha trascorso la sua prima notte in carcere dopo essere stato fermato ieri per mancato rispetto della libertà vigilata.

I senatori hanno scritto nel loro rapporto di essere praticamente sicuri della "falsa testimonianza" da parte dello stesso Benalla e dell'ex dipendente de La Republique en Marche, Vincent Crase, anch'egli in detenzione provvisoria da ieri sera. Fra le affermazioni contestate, quelle in cui negava di essere lui il responsabile della sicurezza del capo dello stato: "contrariamente alle sue affermazioni - dicono i senatori - era proprio lui ad assicurare, di fatto, una funzione di protezione ravvicinata" di Macron.

Anche sulla vicenda dei passaporti diplomatici fatti sparire, i senatori rimproverano a Benalla dichiarazioni fra loro contraddittorie. Lui e Crase, avrebbero mentito anche sul contratto per fornitura della sicurezza privata concluso - mentre erano entrambi in funzione all'Eliseo - con un oligarca russo. Ma quello che crea ancora più imbarazzo a Macron, da oggi, è il fatto che ad essere sospettati di "omissioni", "incoerenze" e "contraddizioni" sono ormai anche tre stretti collaboratori della presidenza, tre potenti come Patrick Strzoda, Alexis Kohler e il generale Lionel Lavergne. La falsa testimonianza davanti a una commissione d'inchiesta è punita in Francia con il carcere fino a 5 anni e 75.000 euro di ammenda.

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