Europa

Solidarietà e risorse, il rebus dell'Europa

Dal 10 maggio l'ottava edizione di 'The State of the Union'

State of the Union conference in Florence [ARCHIVE MATERIAL 20170505 ]

Redazione Ansa

(di Eloisa Gallinaro)

Più soldi per difesa, sicurezza e migranti, meno risorse per il sostegno all'agricoltura e per i fondi di coesione. La proposta di bilancio per il settennato 2021-2027 presentata dalla Commissione Ue arriva alla vigilia di 'The State of the Union' 2018, organizzato dall'Istituto Universitario Europeo (Eui), che il 10 e l'11 maggio tra Firenze e Fiesole farà il punto sul tema della 'Solidarietà in Europa', oltre che sullo stato di salute dei 28. Il legame tra solidarietà e bilancio è fin troppo ovvio e se la buona notizia riguarda il raddoppio degli stanziamenti per le politiche migratorie, la riduzione del 7% al sostegno delle economie più svantaggiate, nonostante l'aumento del budget programmato da 1.000 a 1.279 miliardi di euro, ha suscitato critiche ben prima che il negoziato abbia inizio.

"Da un lato c'è il bisogno di spendere in nuove politiche come quelle della sicurezza e dei flussi migratori, ma allo stesso tempo non vanno ridotti i fondi di coesione soprattutto in relazione alla priorità di finanziare politiche di riforme negli Stati membri" commenta Miguel Poiares Maduro, gia' ministro portoghese per lo Sviluppo regionale e direttore della Scuola di Governance Transnazionale dell'Eui, che a Palazzo Vecchio guiderà il panel su 'Solidarietà e Bilancio Europeo'. Maduro vede con favore un ulteriore rafforzamento delle risorse del bilancio europeo introducendo per esempio "la tassazione delle imprese digitali o quella sulle transazioni finanziarie" oppure, in alternativa, "un uso più ampio di strumenti finanziari" sulla linea del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker che "non è basata su un pacchetto finanziario chiuso di risorse europee ma su risorse usate insieme a finanziamenti privati".

L'altra grande questione che riguarda i fondi di coesione, avverte Maduro, è quella di puntare sulla qualità, non solo sulla quantità dei montanti di spesa. In altri termini, "finora l'enfasi è stata prevalentemente sulla quantità di servizi pubblici finanziati con i fondi di coesione e non sui risultati ottenuti". E se prima "la valutazione si basava per esempio sulla quantità di scuole edificate con i finanziamenti Ue, ora c'è un consenso sul fatto che il risultato si dovrà misurare in termini di riduzione dell'abbandono scolastico". O ancora "quello che deve importare non sono i chilometri di strada costruiti, ma per esempio la riduzione dei tempi di trasporto delle merci da un luogo all'altro". La solidarietà, per la quale le risorse sono ovviamente fondamentali - conclude l'ex ministro portoghese - "non si misura con il metro del ragioniere ma con la plusvalenza sociale".

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