Europa

Blair, regole più dure per 'migranti Ue'

Ma per ex premier, Gb può imporle senza divorziare da Bruxelles

Redazione Ansa

(ANSA) - LONDRA, 10 SET - Regole più dure per frenare il flusso di cittadini di Paesi Ue in Gran Bretagna. Tony Blair scende in campo dalle colonne del Sunday Times sul dossier 'migranti' su posizioni ormai non dissimili da quelle del governo conservatore di Theresa May: convito però - a differenza di questo - che Londra possa stringere la maglie senza dover dare attuazione alla Brexit. L'ex premier laburista punta a "riaffermare il controllo" dei confini nazionali, in modo da "placare le ansie" di chi ha votato per il divorzio da Bruxelles a causa di timori legati all'immigrazione e da 'superare' di fatto il risultato del referendum. Mentre aggiunge che "i tempi sono cambiati" rispetto alle 'porte aperte' del suo governo. Fra le restrizioni possibili, il blairiano Institute for Global Change suggerisce quindi di limitare l'accesso gratuito alla sanità, di pretendere che i cittadini di altri Paesi Ue abbiano un'offerta di lavoro già al loro arrivo nel Regno (non più entro 6 mesi) e d'imporre rette universitarie più alte.
   

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